Ambiente
In Regione il punto sul nucleare in Piemonte
Si è svolto mercoledì 6 febbraio a Torino il Tavolo della Trasparenza Nucleare per le attività di bonifica ambientale dei siti di Trino, Saluggia e Bosco Marengo, convocato dall’assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte. Al Tavolo hanno preso parte Sogin, la società di Stato che si occupa della bonifica dei siti nucleari italiani e della gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi, il ministero dello Sviluppo Economico, le Prefetture e le amministrazioni provinciali e comunali interessate, l’Autorita di controllo Ispra, l’Arpa Piemonte e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste del territorio.
“Nel corso dell’incontro – ha fatto sapere la Regione – è stato fatto il punto della situazione sui programmi e lo stato di avanzamento degli iter autorizzativi per la messa in sicurezza e disattivazione degli impianti di Trino, Saluggia e Bosco Marengo, sui trasporti di materiale nucleare e combustibile irraggiato e sulle attività per la realizzazione del Parco tecnologico, comprensivo del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”.
Complessivamente il valore della bonifica dei siti piemontesi fino al prato verde – sulla base dei dati illustrati da Sogin – è pari a 836 milioni di euro: 234 milioni per la centrale di Trino, 570 milioni per l’impianto Eurex di Saluggia e 32 milioni per l’impianto FN di Bosco Marengo. Nei prossimi quattro anni, Sogin realizzerà nei siti nucleari piemontesi lavori di bonifica per 190 milioni di euro.
Per la centrale nucleare “Enrico Fermi” di Trino, Sogin ha informato che il 2 agosto 2012 è stato ottenuto il decreto di disattivazione per la centrale di Trino ed è stato emesso il bando di gara per lo smantellamento del sistema primario dell’isola nucleare, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 4 agosto 2012. Sono terminate, con un anticipo di 3 anni, le attività di supercompattazione di oltre 1000 fusti radioattivi, riducendo il loro volume di 5 volte, che consentono di non dover costruire nuovi depositi temporanei sul sito. Continuano i lavori di adeguamento dei depositi temporanei esistenti e le operazioni di rimozione dei componenti contaminati denominati Radwaste. Verrà, inoltre, demolito l’edificio ex additivazione chimica.
Nell’impianto Eurex di Saluggia si concluderanno nel 2013 i lavori civili di realizzazione del deposito temporaneo D2, per lo stoccaggio temporaneo in sicurezza dei soli rifiuti radioattivi solidi già presenti nell’impianto. La gara per la costruzione dell’impianto Cemex è stata assegnata, con un risparmio di oltre 30 milioni di euro, e a breve sarà firmato il contratto per l’avvio dei lavori. Il Cemex consentirà la cementazione dei rifiuti radioattivi liquidi presenti sul sito con lo scopo di renderli inerti all’ambiente e di consentire la loro conservazione temporanea nell’impianto. Sogin ha ribadito nuovamente che tutti i rifiuti radioattivi presenti nell’impianto Eurex, così come per tutti i siti italiani, saranno successivamente trasferiti al deposito nazionale e le strutture demolite. Per le attività di decommissioning, verrà, inoltre, costruita una Nuova Cabina Elettrica.
Per quanto riguarda le due vasche dell’impianto Eurex di Saluggia, denominate waste pond WP 718 e 719, Sogin in particolare ha presentato i risultati delle analisi dei liquidi e dei sedimenti presenti nella vasca WP 719, che confermano quanto affermato in precedenza, cioè che il contenuto è compatibile con le attuali formule di scarico. In ogni caso, prima di procedere al loro scarico nella Dora Baltea, Sogin intende ridurre ulteriormente l’impegno della formula. Gli interventi in corso sono quindi finalizzati a limitare ulteriormente l’impatto al di sotto della “non rilevanza radiologica” dei rilasci che saranno effettuati. In particolare, Sogin tratterà i contaminanti presenti nei sedimenti depositati sul fondo della vasca, che saranno raccolti e condizionati come rifiuto radioattivo. La progettazione, già in corso, e l’esecuzione delle attività, insieme alla copertura della vasca WP 719, si concluderanno entro l’inizio dell’estate 2013. Al riguardo, Sogin ha inoltre nuovamente escluso che possano verificarsi eventi accidentali di rilascio di radioattività nell’ambiente.
Nell’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, che sarà il primo in Italia a concludere le operazioni di decontaminazione e smantellamento, Sogin terminerà la manutenzione e il trasferimento degli oltre 600 Overpack al deposito temporaneo BLD11 e saranno svolte le attività di supercompattazione dei restanti rifiuti radioattivi presenti in modo da completare il processo di condizionamento definitivo. A breve dall’impianto i materiali già smantellati e privi di vincoli di natura radiologica saranno rilasciati in modo definitivo.
Il confronto ha riguardato anche un aspetto che nei mesi scorsi ha destato la preoccupazione delle associazioni ambientaliste: il trasporto via treno del combustibile nucleare irraggiato. La Regione rende noto che “proseguono i trasporti in Francia del combustibile nucleare irraggiato dal Deposito di Avogadro di Saluggia e da Trino, il rimanente 2% ancora presente in Italia, per il suo riprocessamento. Per terminare il programma sono previsti ancora quattro trasporti dal deposito di Avogadro e due dalla centrale Enrico Fermi di Trino”.
Nel novembre 2012 si è concluso il trasporto di 10 lamine di combustibile Petten dal Deposito Avogadro di Saluggia agli Stati Uniti, in attuazione dell’accordo internazionale Global Threat Reduction Initiative (GTRI), siglato fra Italia e USA nel marzo 2012 a Seul, per il rimpatrio di materiale nucleare, di origine americana, presente in altri paesi e connesso ad impieghi in ambito civile.
“Il Tavolo – si legge ancora nella nota di Palazzo Lascaris – ha evidenziato come questi trasporti vengano effettuati con i massimi standard di sicurezza, a tutela dei cittadini e dell’ambiente, e nel rispetto delle normative di settore. A garanzia della sostenibilità ambientale, tutti gli interventi di Sogin sono progettati, realizzati e monitorati in modo da non produrre alcun impatto, sia radiologico sia convenzionale, sull’ambiente. Da sempre, i risultati delle analisi e i valori delle formule di scarico confermano impatti ambientali radiologicamente irrilevanti”.
A vigilare su queste attività c’è l’Arpa che ha fornito i risultati 2012 dell’attività di monitoraggio e controllo svolte presso i tre siti nucleari per valutare l’impatto radiologico prodotto dagli impianti e quelle relative ai trasporti nucleari. Dal Tavolo è emerso che “i risultati di tali attività, consultabili sul sito dell’Agenzia, non hanno evidenziato criticità per l’ambiente e la popolazione”. Su questo tipo di attività c’è però un problema di risorse. L’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Ravello, ha sottolineato che per consentire ad Arpa Piemonte di effettuare al meglio le attività di monitoraggio, destinate ad intensificarsi con il procedere della messa in sicurezza e disattivazione dei siti “una possibile soluzione potrebbe essere quella di destinare parte delle risorse compensative che spettano alle Province a queste attività prioritarie per il territorio”.
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