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A rischio sfratto l’arazzeria Scassa di Asti

Redazione Quotidiano Piemontese

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arazzoQuella di Asti è una delle arazzerie più belle e antiche d’Italia, nella prestigiosa sede della certosa di Valmanera, monastero costruito dai monaci in epoca sconosciuta, recuperato 40 anni fa e destinato a diventare museo e laboratorio per la tessitura, ad alto liccio, e il restauro di arazzi. Ora è a rischio chiusura. Questa è la storia dell’arazzeria della famiglia Scassa di Asti. Aperta nel 1957 come laboratorio di annodatura a mano di tappeti e poi come manifattura, questo particolare laboratorio artigianale di eccellenza astigiana e italiana sta per essere sfrattato dalla sua sede. La Provincia di Asti, infatti ha comunicato a Ugo Scassa il recesso del contratto di locazione dei locali. Recesso che scade il prossimo 30 giugno, contrariamente ai precedenti accordi che prevedevano la conduzione ventennale del museo nella stessa location. Altro scioglimento contrattuale riguarda i 37 arazzi del museo, i telati e il materiale museale che, sebbene di proprietà della famiglia Scassa, erano in comodato d’uso provinciale.

In breve, l’arazzeria, che già da anni versa in una situazione critica dal punto di vista della continuità di quest’arte, vista l’età non giovanissima del suo proprietario, ha un destino amaro davanti a se. Le sole spese di affitto dei locali ammontano a 35mila euro, senza considerare le altre. I rapporti tra la Provincia e l’arazzeria sono andati avanti per anni, ma ora si stanno interrompendo. Trovare un’altra sede per il museo, secondo Ugo Scassa, è da escludere.

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