Cittadini
Cuneese in crisi economica. Il 2012 si chiude con un dato negativo per le imprese
La provincia di Cuneo ancora nella morsa della crisi economica. Il 2012 si chiude con una nuova contrazione imprenditoriale. Nel corso dell’anno, infatti, il registro della Camera di Commercio cuneese ha censito 3.810 nuove iscrizioni, a fronte delle 4.101 aziende registrate nel 2011. Le cessazioni si sono attestate a quota 4.504, risultando in incremento rispetto alle 4.206 registrate nell’anno precedente. Il saldo risulta, pertanto, negativo e pari a -694 unità (nel 2011 il saldo era stato pari a -105 unità), dato che porta a 72.863 lo stock di imprese registrate, a fine dicembre 2012. Il bilancio tra imprese “nate” e imprese “cessate” si traduce, così, in un tasso di crescita del -0,94%, dato risultato peggiore rispetto a quello riscontrato a livello medio regionale (-0,41%) e in controtendenza in confronto a quello nazionale (+0,31%).
“Nel corso del 2012 – commenta Ferruccio Dardanello, presidente dela Camera di Commercio di Cuneo – il tessuto imprenditoriale della provincia di Cuneo ha manifestato segnali di difficoltà. Sembra, infatti, esser venuta meno quella volontà a creare nuove imprese che da sempre contraddistingue lo spirito imprenditoriale della provincia Granda. Ma non si può attendere ancora, poiché ormai il tempo è scaduto. Le imprese da sole non sono in grado di fare miracoli e, pertanto, spetta a noi, insieme a tutto il sistema politico e istituzionale, mettere in atto misure concrete che siano in grado di stimolare la ripresa del nostro futuro economico” .
Andamento negativo per le imprese individuali (che rappresentano i due terzi della base imprenditoriale provinciale), il cui tasso di crescita risulta pari al -1,62% e per le società di persone (-0,46%). Risultano, invece, ancora positivi i tassi di crescita delle società di capitale (+2,16%) e delle altre forme giuridiche (+2,28%).
Il settore che assorbe il numero maggiore di imprese è quello agricolo (che registra una variazione di stock del -1,94% in confronto al 31 dicembre 2011). Seguono servizi e commercio, entrambi con una quota del 19% ed una variazione di stock rispettivamente pari al +0,11% e al -1,82% e il comparto delle costruzioni, con un’incidenza del 15% e una flessione in termini di numerosità di imprese del 3,14%.
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