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Salvo il presidio ospedaliero di Caraglio, subentra il privato

Redazione Quotidiano Piemontese

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ospedale di caraglioNella giornata di martedì 22 gennaio, in sede di Consiglio Regionale, l’Assessore alla Sanità ha illustrato i piani della Giunta in merito alla riforma sanitaria, comprendendo nella relazione il destino del presidio ospedaliero di Caraglio. La novità consiste nel mantenimento del servizio riservato all’utente, raggiungendo il risultato mediante il subentrare della realtà privata all’attività regionale nella gestione della struttura. Una notizia ufficiale che va a contrastare con le voci che volevano tale complesso sottostare a una filosofia di tagli indiscriminati al settore sanitario pubblico.

L’esito di tale vicenda, che ha tenuto per mesi con il fiato sospeso il Cuneese, non è solo la risultante del lavoro della Giunta regionale, ma il risultato di una serie di attori che hanno dedicato tempo, incontri, impegno e passione per la conclusione della vicenda. Tanti gli attori del territorio impegnati in questa missione di difesa del presidio caragliese: l’Assessore Regionale Claudio Sacchetto, la Presidente della Provincia Gianna Gancia, l’Assessore Provinciale Stefano Isaia, il Primo Cittadino di Caraglio Giorgio Lerda, il Vice-Sindaco di Bernezzo Aurelio Pellegrino, il Sindaco di Dronero Livio Acchiardi e, naturalmente, il Direttore dell’AslCn1 Gianni Bonelli.

L’Assessore Regionale Claudio Sacchetto e l’Assessore Provinciale Stefano Isaia: “La soluzione non solo permette di non soffocare una realtà importante per il territorio ponendosi l’obiettivo di lasciare inalterata la qualità del servizio finale all’utente, ma si impegna ad affrontare i conti in rosso ereditati dal passato. Non è stato un percorso facile, in certi momenti la partita sembrava persa, ma il legame al territorio e la capacità di confrontarsi cercando soluzioni intermedie, ha permesso di giungere alla conclusione sperata. Subentrerà il privato convenzionato con l’ente regionale nella gestione del servizio sanitario di tale struttura”.

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