Ambiente
Rivarolo: è polemica sulla centrale a biomasse
Il fumo che esce dalla centrale dell’ex stabilimento Valle Susa di Rivarolo ha scatenato un vero e proprio pandemonio in città, dove l’amministrazione comunale è commissariata da tempo nell’ambito dell’inchiesta Minotauro. Il comitato di cittadini, costituitosi per avere certezze in merito alla qualità e quantità dei rifiuti che verranno stoccati e bruciati nell’aria locale, vuole che non ci si approfitti dell’attuale vuoto politico per far passare sotto silenzio l’apertura di un impianto con il rischio di importanti ricadute sulla salute pubblica. La centrale, che dovrebbe bruciare fino a 200 tonnellate al giorno di biomassa per il riscaldamento, al momento è a tutti gli effetti un impianto di un privato che può produrre energia ma non teleriscaldamento. Questa funzione, spiegano dal comitato cittadino “Non bruciamoci il futuro”, sembra essere passato in secondo piano perchè nel frattempo, oltre al commissariamento dell’amministrazione, anche l’Asa di Castellamonte, socia della società a capitale misto pubblico privato che avrebbe dovuto gestire la struttura, è stata ceduta ai francesi.
Dal canto loro sia la Provincia di Torino che il Commissario Prefettizio di Rivarolo, Massimo Marchesiello, rassicurano circa la correttezza del funzionamento della struttura. Marchesiello ha proposto, perfino, una commissione congiunta enti, impresa, comitato che chiede una garanzia che tutto il materiale che viene bruciato in questo impianto sia controllato e verificato pubblicamente.
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