Economia
Il Comune di Torino ce l’ha fatta: con le cessioni è rientrato nel patto di stabilità, rinviata la cessione delle quote Gtt
In apertura del Consiglio comunale il Sindaco di Torino, Piero Fassino ha confermato che il Comune di Torino ha ottenuto i210 milioni di euro necessari a rispettare i vincoli di bilancio imposti dallo Stato. Il sindaco ha poi chiarito che per ora il Comune non venderà il 49 per cento di Gtt, l’azienda trasporti per cui Trenitalia aveva offerto 70 milioni contro i 112,7 richiesti dal Comune. “La cessione delle quote di Amiat-Trm e di Sagat insieme ai ricavi di valorizzazioni e alienazioni immobiliari determinano un ammontare finanziario che consente alla Città il rientro nel Patto di stabilità. Le dismissioni, inoltre consentiranno anche di ridurre significativamente l’indebitamento della città”.
Fassino è entrato nei particolari delle cessioni ricordando che in queste ore si sono perfezionati gli adempimenti conclusivi per la cessione del 49% di Amiat e dell’80% di Trm. Iren F2I, il soggetto aggiudicatario, ha proceduto al versamento alla Città di 155 milioni di euro, corrispettivo cui si è giunti al termine della procedura di gara. Ha quindi sottolineato che si sta completando la cessione delle quote del 28% detenute dalla Città in Sagat, per un corrispettivo di 35 milioni a cui, successivamente all’aggiudicazione è stata proposta un’integrazione di 5 milioni, in funzione di redditività ed efficienza.
“Abbiamo ritenuto di procedere alla cessione delle quote Sagat nonostante l’offerta più bassa rispetto alla base d’asta”, ha affermato il Sindaco, evidenziando tuttavia come l’offerta risulti congrua ed accettabile, secondo le ultime valutazioni condotte, e considerato che le valutazioni degli advisors erano state realizzate un anno fa e che in questo periodo si è creato un forte aggravamento dei fattori di crisi che incidono sul traffico aereo e sul valore degli scali aeroportuali.
Per quanto riguarda la dismissione delle quote detenute in Gtt, la Città non ha ritenuto finora di procedere all’aggiudicazione e proseguirà oltre il 31 dicembre gli approfondimenti sugli aspetti industriali e finanziari dell’offerta ricevuta da Ferrovie dello Stato per un ammontare di 70 milioni. “Un’offerta, ha dichiarato il sindaco, significativa e interessante sul piano industriale e degli investimenti, per oltre 100 milioni all’anno, ma opinabile sul piano economico. Per questo la Città si riserva di approfondire ulteriormente le condizioni di mercato prima di concludere l’iter di aggiudicazione che intendiamo realizzare entro i primi mesi del 2013. In ogni caso, ha aggiunto Fassino, la cessione delle quote di Amiat-Trm e di Sagat insieme ai ricavi di valorizzazioni e alienazioni immobiliari determinano un ammontare finanziario che consente alla Città il rientro nel Patto di stabilità”.
Dopo l’intervento del sindaco, si è svolto il dibattito in aula.
Per Maurizio Marrone (PdL), le linee programatiche votate in Sala Rossa ad inizio mandato, contenevano paletti ben precisi per mantenere gli asset sui servizi pubblici, ma la governance cittadina è invece uscita indebolita dalla necessità di rientrare nel Patto di stabilità. I prezzi con i quali si è partiti poi, sono ben diversi da quelli ottenuti, con una forbice di almeno 100 milioni di euro in negativo per la Città. Fra tutti, quella su Gtt è poi la maggiore. “Per questo, ci aspettavamo parole più chiare dal sindaco nel suo intervento – ha dichiarato ancora Marrone – perché se il suo ruolo gli impedisce di entrare nel merito della trattativa ancora in corso, è altrettanto vero che abbiamo già letto sue dichiarazioni sui giornali cittadini, mai smentite, che lasciano intendere la sua decisione di non accettare l’offerta presentata da Trenitalia”. “Chiedo allora ai consiglieri di maggioranza di non rifiutare la nostra proposta per una mozione d’indirizzo che restituisca al Consiglio comunale la possibilità di decidere se accettare o meno l’offerta fatta per l’acquisto di Gtt”, ha concluso Marrone.
Paolo Greco Lucchina (PdL), ricordando che si poteva arrivare a questo appuntamento in Sala Rossa con una bandiera a scacchi per sancire un traguardo raggiunto, ha sottolineato come il sindaco abbia parlato di un’offerta economica svantaggiosa per la vendita di Gtt e, di conseguenza, ha lanciato un appello a riaprire la gara. “Riconosco che l’operazione per la vendita delle partecipate fosse importante perché c’era l’obbligo di farlo”, ha commentato Roberto Carbonero (Lega Nord) che, riferendosi al rientro nel Patto di stabilità, dichiara: “Si arriva per primi laddove altri, dopo di noi, faranno fatica ad arrivare”. Poi propone una “sfida“, “Rinunciare alla vendita di Gtt, cambiarne il management e dare una svolta positiva all’azienda per farla rendere al massimo mettendo le persone giuste al posto giusto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabrizio Ricca (Lega Nord) che propone al sindaco di “essere coraggiosi”. “Raggiunto l’obiettivo di rientrare nel Patto di stabilità, oggi è il momento di non pensare al domani ma al futuro di questa città e dobbiamo fare il bene dei nostri concittadini”. Per questo rilancia la sfida di rifiutare “l’offerta indecente fatta da Trenitalia per l’acquisto di Gtt e rifare una nuova gara il 2 gennaio prossimo”. Infine, commentando la proposta di vendita dell’80% delle quote dell’azienda dei trasporti torinese, Ricca propone di “valutarlo in modo non frettoloso, per il bene dei nostri concittadini”.
Angelo D’Amico (Progett’Azione): Bene ha fatto il sindaco a dirci lo stato dell’arte sulla vendita delle partecipate. Tuttavia, mi sarebbe piaciuto sapere anche di ulteriore ipotesi. Nel caso la valutazione di Gtt fosse ritenuta congrua l’amministrazione comunale potrebbe tornare sui propri passi e non dismettere la sua quota?
Stefano Lo Russo (Pd): Oggi l’amministrazione comunale consegue un risultato importante. Come ci ha comunicato il sindaco rientriamo nel Patto di Stabilità. Un risultato al quale si è giunti grazie al contributo di tutta la maggioranza che ha appoggiato anche scelte difficili. Il tutto è avvenuto in un contesto finanziario ed economico non semplice, ed è un grande risultato aver concluso le alienazioni. Il sindaco bene ha fatto a rimarcare la distanza tra l’attività politica e la gestione amministrativa. In particolare per la cessione di Gtt: se la procedura non sarà convincente la Città non sarà obbligata a concludere la vendita. Nel 2013 continueremo nella riduzione dell’indebitamento del nostro bilancio e avremo minori vincoli grazie al rientro nel Patto. Ma questo sarà un banco di prova per continuare a mantenere – maggioranza e opposizione – un profilo improntato al rigore gestionale.
Vittorio Bertola (Cinque Stelle): Il rientro nel Patto di Stabilità ha comportato grossi sacrifici per la città, lo dimostra anche il fatto che molti fornitori del Comune stanno ancora aspettando il pagamento di forniture. Ma quello che davvero vorremo capire dal sindaco è come sono stati fatti i conti per raggiungere il rientro nel Patto. Non si procede alla vendita del 49 per cento di Gtt, ma non è chiaro se sono stati bloccati anche alcuni importanti investimenti.
Marco Grimaldi (SEL) E’ stato un anno difficile ma la città non è caduta. Rientrare nel patto di stabilità senza la vendita di GTT ci consente di evitare scelte precipitose. Occorre scegliere con saggezza senza per forza assegnarle o facendo un’ulteriore gara, aumentando le percentuali azionarie cedute. Quando le dismissioni vengono effettuate d’obbligo, la capacità dei privati di far pressione aumenta. Spero che si chiuda un anno vissuto con straordinaria responsabilità, e che da gennaio si possa rimettere in moto la macchina comunale con una guida ancora più salda e un nuovo piano strategico.
Michele Curto (SEL): Il rientro nel Patto di stabilità lo abbiamo costruito insieme, in un percorso a ostacoli dovuto a regole in continuo cambiamento. Il Consiglio comunale è arrivato a una concessione di sovranità senza precedenti. Venuto meno l’obbligo di cessione delle partecipazioni azionarie, resta l’amarezza per le vendite effettuate senza capitalizzare quanto sperato. Adesso, passata la “grande paura” dobbiamo ridare spazio alla politica, vogliamo operare delle scelte, a cominciare da GTT.
Silvio Viale (PD): Se sul patto di stabilità abbiamo raggiunto un traguardo, in realtà si tratta solo di una prima tappa. Abbiamo solo completato la prima tappa. Sono per vendere GTT, se decidiamo di aspettare deve essere solo per riuscire a venderla a condizioni migliori in un prossimo futuro.
Michele Dell’Utri (Moderati): Vendere un’azienda è molto difficile. Eppure oggi possiamo dire di avere comunque ottenuto un’offerta per GTT, in questa fase non era scontato. Raggiungere l’obiettivo del rientro nel Patto di stabilità è stato il frutto di scelte coraggiose. Ricordiamo che il mercato detta le leggi, occorre fare in modo che le nostre offerte siano da subito appetibili per evitare poi di rincorrere modifiche.
Enzo Liardo (PdL): Mi stupiscono i toni trionfalistici del capogruppo PD Lo Russo. Vorrei ricordare tutte le “vittime” di questi ultimi anni provocate dalle Giunte di Centro-sinistra. Innanzitutto, la formazione professionale di Csea: ci sono 250 docenti che gridano vendetta. E ci sono poi tutti i precari mandati a casa perché il Comune di Torino è uscito dal Patto di Stabilità. Il mio pensiero e le mie preoccupazioni vanno a loro.
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