Asti
Fondazione CrAsti finanzia il progetto sull’esposizione ai raggi X in ospedale
Quattrocento operatori dell’Asl di Asti sono “lavoratori esposti”, secondo la classificazione della legge sulla radioprotezione e sono tenuti, per questo, a usare dispositivi individuali contro i raggi X. Tra loro ci sono tecnici, fisici, infermieri e medici impegnati quotidianamente in ambienti in cui si utilizzano apparecchiature che emettono radiazioni ionizzanti: blocchi operatori degli ospedali di Asti e Nizza Monferrato, strutture di anestesia e rianimazione, cardiologia ed elettrofisiologia, chirurgia maxillo facciale, gastroenterologia, pneumologia, radioterapia, Radiodiagnostica del Massaia, Radiologia del Santo Spirito-Valle Belbo.A disposizione degli operatori sanitari ci sono 180 corpetti, altrettante gonne, 10 camici interi, 180 collari, 60 occhiali; altre protezioni dello stesso tipo, comprese 6 coperte in uso in radiodiagnostica, vengono fatte indossare ai pazienti per proteggere le parti sensibili del corpo. Per verificarne nel tempo l’integrità e l’efficacia schermante, i dispositivi individuali sono periodicamente controllati, attraverso appositi test, dall’esperta Simonetta Amerio, responsabile della struttura di fisica sanitaria del Massaia. Sono sottoposti a verifiche anche quelli in uso alla casa circondariale di Quarto, dove si assicurano cure dentistiche ai detenuti.
“Negli ultimi due anni l’Asl astigiana – indica Amerio – ha investito moltissimo per completare e rinnovare le dotazioni. Un progetto che si avvale di un contributo della fondazione cassa di risparmio di Asti è finalizzato a garantire una migliore gestione ed efficienza del programma di sorveglianza: i benefici si avranno sia sugli operatori sanitari che sull’utenza. Il progetto comprende l’effettuazione dei test sui sistemi di protezione individuali (ogni reparto interessato del Massaia e del Santo Spirito ha una propria dotazione) e ha, tra gli obiettivi, quello di creare un database continuamente aggiornato che contenga la catalogazione dei dispositivi in uso, le caratteristiche tecniche, la data dell’ultimo controllo (insieme al percorso storico delle verifiche) e l’esito dello stesso. E’ importante che i risultati, ai fini della trasparenza dell’operare, siano leggibili in maniera univoca”.
Il contributo della fondazione bancaria ha consentito di disporre di un esperto in fisica sanitaria, Claudio Fasano, che sta concludendo il progetto, denominato “Sicurezza sul lavoro: le radiazioni ionizzanti e i dispositivi di protezione individuale”, avviato ad agosto.
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