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Alessandria

Marco Botta vota i tagli con distinguo “Un provvedimento obbligato”

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Quello in discussione è un provvedimento che non mi piace, ma che dobbiamo adottare per senso di responsabilità”. Sono queste le parole usate dal consigliere regionale Marco Botta per introdurre il suo intervento a Palazzo Lascaris. Sul tavolo un tema tra i più delicati: la riduzione dei costi della politica.“Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione dei costi” è questo il titolo del provvedimento all’ordine del giorno di Palazzo Lascaris, un provvedimento sul quale il consigliere del Pdl ha voluto fare dei distinguo. “Non possiamo iniziare la discussione di questo  provvedimento – ha puntualizzato Botta – se non calandolo in un contesto. E il contesto di questo provvedimento è quello del tentativo di aggressione che è in atto nei confronti dell’autonomia delle Regioni”. Un attacco all’autonomia delle regioni che secondo il consigliere regionale farebbe parte di un disegno volto a portare il paese al ritorno del centralismo “C’è un disegno ben preciso, che arriva da molto lontano e che è portato avanti da un governo, quello dei tecnici, che ancora oggi è al potere a livello nazionale, e da tante associazioni che hanno lavorato nell’ombra per il ritorno al centralismo, per  modificare il senso del nostro agire democratico e sostituirlo in maniera diversa, e cioè facendo contare sempre più certe élite finanziarie e sempre meno il popolo”.

in dodici anni di attiva partecipazione all’assemblea legislativa,  non mi sono mai trovato in una condizione del genere. Mai mi sono trovato di fronte a un provvedimento obbligatorio, un provvedimento che se non assunto arrecherebbe un danno alla comunità dei piemontesi: il mancato trasferimento delle risorse, in caso di mancato recepimento del diktat romano, non è infatti un danno ai consiglieri, ma alla comunità. Mi appresterò quindi – ha concluso Botta – a votare il provvedimento con un moto d’animo molto disturbato e molto imbarazzato, ricordando che in questa legislatura abbiamo fatto molti sacrifici e li abbiamo fatti anche quando nessuno ce lo chiedeva”. Il consigliere monferrino ha voluto precisare che il suo distinguo non riguarda il provvedimento in se, quanto il modo in cui esso è approdato nell’assemblea regionale.

Dobbiamo guardare l’entità della posta in gioco. Questo provvedimento, al di là dei contenuti, su cui posso essere anche d’accordo, non mi piace. E’ un provvedimento obbligato,  un provvedimento assunto sotto minaccia. Quindi la prima cosa che dobbiamo chiederci è se noi, oggi, siamo un’assemblea libera di fare una scelta oppure no; se quello che daremo è un voto libero o un voto condizionato

Durante il suo intervento l’onorevole Botta ha anche citato alcuni paesi dai quali – a suo parere-  dovremmo prendere esempio “Ad illuminarci dovrebbe essere l’esempio di diversi Paesi, come Brasile, Argentina, Ecuador  che hanno seguito altre strade per non farsi distruggere da teorie che hanno causato più danni della seconda guerra mondiale” Non è chiaro in che cosa – secondo Botta – i tre paesi sudamericani dovrebbero assurgere a modello, ma dal contesto pare che l’esponente del Pdl si riferisca alle buone performance di crescita di questi paesi (rispettivamente 2.7; 8.9; 7.8). Per non cadere in errore, però, è forse utile ricordare come il tasso di crescita di una nazione, da solo non è in grado di darci informazioni sul tenore di vita dei suoi abitanti, per quello è più utile consultare un’altra statistica: il pil pro-capite, indicatore che vede il nostro paese in una situazione nettamente superiore ai tre paesi citati. Gli italiani, infatti  guadagnano in media 30.900 Dollari l’anno contro i 17.700 dell’Argentina gli 11.900 del Brasile e gli 8.600 dell’Ecuador.

I dati utilizzati fanno riferimento al 2011.

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