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Manifestazione a Roma contro il riordino delle Province. Asti aderisce

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sull’accorpamento provinciale, i sindaci dell’astigiano, e non solo, proprio non ci stanno e così martedì 11 dicembre partono alla volta di Roma. I primi cittadini di Teramo, Manotova, Crotone e Asti, si cimentano nell’ultimo disperato tentativo di fermare il decreto legge, all”esame del Senato, con una manifestazione che inizia alle 11 in piazza delle Cinque Lune a Roma, di fronte a Palazzo Madama.La manifestazione dei sindaci si configura come il tentativo estremo di dare una “spallata” per fermare un destino che appare inesorabile, dopo le dichiarazioni del Governo che, nella giornata di domenica 9, ha reso noto di considerare il riordino delle Province come uno dei provvedimenti prioritari da convertire prima delle fine anticipata della legislatura. Fabrizio Brignolo, sindaco di Asti, si presenta nella capitale con alcuni colleghi di altri Comuni dell’astigiano.

Questo e’ il momento decisivo – dichiara Brignolo – perché  l’accorciamento della durata della legislatura, conseguente alle annunciate dimissioni di Monti, impone al Parlamento di scegliere quali provvedimenti convertire, giacché non avrà il tempo di esaminarli tutti:  è  quindi particolarmente importante che facciamo sentire la nostra voce, per evitare che venga riconosciuta priorità a questo iniquo provvedimento. Purtroppo pare che il Governo sia deciso a procedere nella conversione del decreto, perché pur essendo palesemente incostituzionale e inutile ai fini dei risparmi di spesa, e’ meno scomodo di provvedimenti come la legge elettorale o i tagli ai costi dei Ministeri, che sarebbero più rispondenti ai bisogni dei cittadini ma incontrano l’ostilità dei partiti“.

Particolarmente odioso – conclude Brignolo – risulta l’ultimo argomento utilizzato dal Governo che ha diffuso agli organi di informazione un documento secondo cui la mancata conversione del decreto ‘comporterebbe una situazione di caos istituzionale…’ che determinerebbe  ‘… un periodo di incertezza per l’esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini come manutenzione di scuole superiori e strade, gestione rifiuti, tutela idrogeologica e ambientale’. Dopo aver irresponsabilmente creato a colpi di decreto legge un pasticcio istituzionale senza precedenti, il Governo tenta di ribaltarne la responsabilità su chi vuole solo difendere la Costituzione e i diritti dei territori: queste sgradevoli dichiarazioni ricordano la prepotenza del lupo che accusa l’agnello, che beve a valle, di sporcargli l’acqua del fiume“.

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