Lo storico marchio italiano,reso famoso dalle stelle del tennis e passato nelle mani di un gruppo cinese (Hembly) nel 2007, chiude i battenti della sua azienda in provincia di Novara. Il 24 gennaio verrà chiuso il negozio di Castelletto Ticino e contemporaneamente 42 dei 55 dipendenti della fabbrica di Bellinzago Novarese verranno messi in mobilità. Come se non bastasse, a febbraio 2013 scadrà la cassa integrazione per i dipendenti dello spaccio aziendale di Caltignaga, chiuso a febbraio di quest’anno. Data la politica aziendale della Hembly, concentrata maggiormente sulla gestione di carattere commerciale e di valorizzazione del marchio piuttosto che di innovazione e produzione, è probabile attendersi nuove dismissioni in altre sedi italiane, nonché una ulteriore riduzione di personale a Bellinzago.
L’azienda era stata fondata dal campione di tennis novarese Sergio Tacchini nel 1966 a Caltignaga. Con grande astuzia commerciale riusci a sfruttare il proprio successo e quello di molti altri tennisti dell’epoca che furono suoi testimonial, primo fra tutti John McEnroe, per rendere famoso a livello internazionale il suo brand. Il successo fu di dimensioni inaspettate tanto da arrivare a ben 280 dipendenti nell’azienda che produceva dalle magliette agli occhiali da sole. Dopo aver addirittura vinto l’appalto per la fornitura alle Olimpiadi di Montreal e di Atlanta contro le più grandi industrie americane, dalla metà degli anni ’90 l’azienda inizierà a subire la concorrenza dell’Est Europa e della nascente industria tessile asiatica.
Sotto la pressione della nuova situazione del mercato, la produzione dal 1997 viene delocalizzata ma la situazione non migliora, dato il continuo aumento della produzione tessile nei paesi emergenti asiatici. Prosegue così la parabola discendente del marchio, fino alla cessione dello stesso alla Hembly, il più grande operatore nella distribuzione dei prodotti moda in Cina. Da settembre l’azienda cinese si affiderà al colosso del marketing Img, che farà da agente per la vendita delle licenze per la produzione nel mondo, anche in Italia. La strategia di questo nuovo operatore ha determinato perciò la dismissione di molte attività nel nostro paese con il conseguente licenziamento di un gran numero di dipendenti o della loro cassa integrazione.
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