Seguici su

Cronaca

Novara: operazione contro la mafia russa con base a Milano

Erica Gardella

Pubblicato

il

I carabinieri di Novara hanno portato a termine con successo l’operazione “Golden River” contro la mafia russa. E’ stata recuperata refurtiva, prevalentemente preziosi, per un valore di circa 1 milione di euro, il frutto di furti avvenuti in tutta Italia, anche dai recenti furti avvenuti sul Lago maggiore.   Inoltre, sono stati arrestate 13 persone, tra cui sia italiani sia cittadini dell’Est Europa,  e altre 11 sono state denunciate a piede libero, la maggior parte con cittadinanza polacca che vivevano nel campo nomadi di Agognate. 

Nell’ambito dell’operazione è stata anche trovata una vera e propria “zecca” illegale, a Vignate nel milanese, dove veniva stampato denaro falso utilizzato per truffe internazionali. Gli uomini fermati sono stati accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e alla falsificazione di monete nazionali e straniere.

Il gruppo mafioso è stato scoperto a partire dai furti nelle abitazioni, che più da vicino coinvolgono i cittadini italiani, cercando un legame tra le attività criminali sul territorio avvenute negli ultimi tre anni. Le operazioni congiunte relative ai vari filoni di attività dei malviventi, poi sfociate nell’operazione “Golden River”, negli ultimi anni hanno permesso di assicurare alla giustizia circa 200 persone a vario titolo implicate nelle attività criminali e nel recupero di refurtiva per oltre 15 milioni di Euro.

Il colonnello Maurilio Liore spiega che ” ci troviamo di fronte ad una mafia perfettamente organizzata, con base in Russia e in altri paesi dell’Est – Georgia soprattutto, ma anche Lituania, Romania, Kosovo, Albania – dedita ai saccheggi nelle abitazioni e ville e alla ricettazione di oggetti preziosi e antichi”. La base del gruppo qui in Italia era nell’Hotel Gran Sasso di Milano, gestito da un cittadino del Kossovo, dove è stata ritrovata la refurtiva accatastata e dove spesso soggiornavano i componenti della banda.

Da una parte aveva luogo l’attività di ricettazione,cioè venivano venduti al mercato nero gli oggetti preziosi, specie se antichi. Dall’altra venivano fusi gli oggetti in materiale prezioso, oro e argento, per realizzare lingotti o per “bagnare” le monete false. Infatti, un noto falsario era dedito a creare perfette copie di monete antiche di svariate valute, tra cui la lira, che avevano il valore di diverse migliaia di euro ciascuna per i collezionisti di numismatica. Dalla falsa “zecca” le monete venivano messe in circolazione sui mercati esteri, in particolare Germania, Svizzera e Francia.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese