Economia
E’ ufficiale: cassa integrazione per 200 dipendenti del CSI Piemonte
E ‘ quindi arrivato il messaggio temuto dai dipendenti del CSI Piemonte che informava sulla Cassa Integrazione Ordinaria: “Vi informiamo che a causa della riduzione di ordini siamo costretti ad operare una contrazione della nostra attività produttiva e conseguentemente a richiedere l’intervento della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria”. Dal 7 gennaio 2013 al 6 aprile 2013 duecento lavoratori del CSI Piemonte saranno per tredici settimane in cassa integrazione a zero ore.
Al solito Monica Cerutti è una dei pochi politici che si interessa della disastrata situazione del CSI
“I timori dei lavoratori del consorzio sono dunque diventati realtà. Denunciamo che la CIG temuta sia diventata realtà prima della elaborazione di un Piano industriale. Ciò rende questa scelta assolutamente non accettabile. Quali saranno allora i criteri con i quali verranno selezionati i lavoratori che dovranno subire la cassa integrazione? O si tratta dell’ennesima drammatizzazione del Direttore Generale, rilanciata come minaccia nei confronti degli enti consorziati? Comunque sia la situazione ormai non è più tollerabile. E nenache vale la logica dello scaricabarile. La Giunta Cota, Giordano e Monferino, spieghino ai lavoratori che rimarranno a casa come è stato possibile che le commesse che sarebbero dovute andare al CSI-Piemonte sono finite in mano a privati, vedi il caso della Federazione Torino Nord”.
Risponde l’assessore l’assessore regionale allo Sviluppo economico Massimo Giordano
“Auspichiamo che si tratti soltanto di una soluzione temporanea, in attesa che il 20 dicembre l’assemblea dei soci del Csi possa approvare il documento di proposta di riforma che, come andiamo ormai a ripetere da molti mesi, risulta indispensabile e non più rinviabile.Il Csi rimane per noi una realtà strategica per lo sviluppo del Piemonte – continua l’ assessore – e proprio per questo lavoriamo per la sua valorizzazione che si traduca in maggiore efficientamento e opportunità. Il piano strategico di sviluppo, a cui sta lavorando il consiglio di amministrazione affiancato dai tre professionisti individuati dai principali soci, deve essere attuato. Sappiamo bene che la bacchetta magica non esiste e che gli esiti non potranno avere un effetto immediato, ma bisogna partire da qui per valorizzare professionalità, comparto e per tutelare i posti di lavoro”.
Da mesi si vociferava che sarebbe finita così. 200 dipendenti CSI in Cassa Integrazione Ordinaria a zero ore, riguardante i lavoratori dei servizi che i consorziati intendono tagliare. Quali saranno esattamente e come verranno scelti nessuno lo sa. Saranno gli amici degli amici o quelli che sinora hanno portato avanti la “baracca”?
Lodevole la proposta del sindacato di fare la CIG a rotazione, io rilancio, dicendo che sarebbero ipotizzabili dei “contratti di solidarietà”, come fatti in Germania nel comparto metalmeccanico Volkswagen, quando, durante la crisi, tutti i lavoratori avevano ridotto di 1 ora al giorno il proprio turno e quindi la paga, permettendo a tutti di sopravvivere, senza perdere il posto di lavoro. Sono contemplati anche nel nostro ordinamento come “contratti difensivi” ex art. 1 legge 863/84, per una durata di 24 mesi, prorogabili di 24, con un’integrazione del guadagno perso pari al 60%.
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