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Economia

Nominati i tre saggi per supportare il salvataggio del Csi

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sono stati nominati i tre saggi  che dovranno supportare il Csi Piemonte verso la propria riorganizzazione per modificare  la  natura giuridica dell’ente e le successive strategie da mettere in atto per salvarlo.  Il Comune di Torino ha designato Pier Luigi Curcuruto, ex responsabile Ict  di Intesa Sanpaolo. La Regione Piemonte è rappresentata da SilvanoNieddu dirigente dei servizi tecnici nelle aziende sanitarie To1 e To4. La Provincia di Torino ha proposto Fortunato Asprea, direttore a Palazzo Cisterna del settore partecipazioni.

Nel frattempo le RSU del CSI Piemonte hanno scritto a Cota, Saitta e Fassino

Con riferimento alle voci ed agli articoli apparsi sui giornali in questi giorni in merito al futuro del CSI Piemonte, le scriventi OO.SS., esprimono forte preoccupazione per gli effetti che inevitabilmente si determineranno sui Lavoratori. Sono pertanto a richiedere ai destinatari in indirizzo , in qualità di soci autorevoli del Consorzio, una convocazione urgente e congiunta per fare chiarezza in modo definitivo sul futuro del CSI che, ricordiamo a tutti, conta circa 1.200 dipendenti con alte professionali tà garantendo servizi che non possono essere dismessi perchè indispensabili per le P.A..
Le Scriventi non possono più accettare ulteriori ritardi nel varo di piani industriali e non possono ulteriormente attendere invano l’indicazione di linee programmat iche da parte dei principali soci consortili perchè la situazione non è più umanamente sopportabile, tanto per i lavoratori dipendenti gestiti direttamente dal Consorzio quanto per i Lavoratori dipendenti da aziende le quali hanno garantito servizi al CSI e lamentano ritardi nei pagamenti al punto da portare libri in Tribunale.
 Chiediamo pertanto a tutti i destinatari uno sforzo straordinario nell’indicare con urgenza, chiarezza e responsabilità alle migliaia di famiglie interessate direttamente e non, d i questa Regione, quali sono i
servizi indispensabili per gli Enti consorziati; quali sono i servizi a cui eventualmente rinunciare; quali sono
le relative coperture finanziarie necessarie al proseguio degli stessi ed infine avviare una franca ed onesta
discussione su come potrà essere riorganizzato il CSI Piemonte.

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