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Cultura

Barbera risponde a Ken Loach: ha preso una cantonata!

Gabriele Farina

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La decisione di Ken Loach di non venire a Torino e rifiutare il Gran  Premio, che gli era stato assegnato dal Torino Film Festival, per essere coerente con se stesso e schierarsi dalla parte dei lavoratori della Rear, non ha mancato di scatenare le inevitabili polemiche. Il direttore del Museo Nazionale del Cinema Alberto Barbera ha però risposto a Loach dichiarando che da agosto è a conoscenza dei dubbi del regista, che gli ha fornito tutti i documenti necessari ed era certo di averlo convinto della correttezza del Museo.

“Gli ho fornito personalmente tutti gli elementi per capire che stava prendendo una cantonata. Noi non c’entriamo nulla con le questioni salariali della Rear, la nostra ditta esterna di servizi di pulizia e guardiania.

Testone, scorretto nei nostri confronti, non ha voluto ammettere che era stato mal informato, un conto è la coerenza con i propri ideali di difesa dei diritti dei lavoratori, un altro è buttare in pasto ai giornali una questione pretestuosa, alimentata da un sindacato di base con cui noi neppure abbiamo rapporti.
E’ un professionista che stimo e frequento da 15 anni e che stavolta sta cocciutamente sbagliando tutto, comportandosi con una rigidità assurdamente trotskista”

Intanto Ettore Scola, anche lui premiato col Gran Premio Torino di quest’anno, fa sapere di aver a sua volta ricevuto la lettera dell’Usb a cui avrebbe però risposto di essere disponibile ad incontrare i lavoratori in protesta ma di non ritenere il festival responsabile per il comportamento di una ditta esterna al MNC.

A questo punto forse sarebbe il caso che il Museo chiarisse la situazione chiedendo alla Rear di rendere pubblici i documenti in questione e prendendo di conseguenza le dovute decisioni.

Queste intanto la risposta ufficiale del Museo Nazionale del Cinema

Con grande dispiacere, prendiamo atto del comunicato stampa con il quale Ken Loach rifiuta il premio assegnatogli dal Torino Film Festival. A maggior ragione, ci dispiace di constatare che un grande regista, al quale va da sempre la nostra ammirazione, sia stato male informato al punto da formulare riserve su comportamenti del Museo Nazionale del Cinema che non corrispondono in alcun modo alla realtà dei fatti.

Ricordiamo che il contratto di assegnazione dei servizi di vigilanza e pulizia alla Mole Antonelliana è stato stipulato a norma di legge, con una gara europea ad evidenza pubblica, rispettosa delle normative ministeriali e dei contratti di lavoro in essere. Il Museo non può essere ritenuto responsabile de comportanti di terzi, né direttamente né indirettamente. Di conseguenza, non sarebbe in alcun modo legittimato a intervenire nel merito di rapporti di lavoro fra i soci di una cooperativa esterna e la loro stessa società.

Al contrario di quanto affermato da Ken Loach, ci aspetteremmo invece di vederci riconosciuto un comportamento eticamente ineccepibile nei confronti delle problematiche inerenti i rapporti di lavoro con i dipendenti del Museo del Cinema, i collaboratori e le rappresentanze sindacali. Con orgoglio, rivendichiamo da sempre una politica coerente a tutela del lavoratori e, d’intesa con le organizzazioni sindacali di riferimento, un impegno costante nella ricerca di soluzioni atte a garantire continuità e difesa dei posti di lavoro,
anche in un momento di forte contrazione delle risorse economiche a disposizione.

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