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Società

Il Museo Egizio diventa Ente di ricerca; spariranno dall’esposizione i cadaveri delle mummie

Redazione Quotidiano Piemontese

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Sono state approvate  dal Consiglio Comunale all’unanimità alcune modifiche allo Statuto della Fondazione Museo delle antichità egizie di Torino. Oltre agli obblighi di legge che impongono una riduzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 9 a 5 membri, all’articolo 2 dello Statuto viene previsto che la Fondazione persegua “la finalità di studio e ricerca nel settore dell’egittologia, compresa la diffusione di detti studi e ricerche presso la comunità scientifica e il pubblico”. La Fondazione diventa così un Ente di ricerca, riconosciuto con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 aprile 2011, ai sensi dell’art. 1 comma 353 della legge n. 266 del 2005.
 Del CdA, in scadenza nei prossimi giorni, oltre al Presidente designato dal Ministero per i Beni e le attività culturali, faranno parte un membro designato dal Presidente della Regione Piemonte, uno dal Presidente della Provincia di Torino, uno dal Sindaco di Torino e uno dalla Compagnia di San Paolo.

A breve al Museo Egizio di Torino non sarà più possibile vedere le famose mummie egizie. Torneranno nei loro sarcofagi. Sia perché «esporre cadaveri non è dignitoso» e il macabro non fa parte della filosofia del Museo, sia perché come “guest star” toglievano spazio alle altre attrazioni, non da meno, dell’Egizio.

Se non siete mai stati al Museo Egizio di Torino, e non avete mai visto le sue celebri mummie, fra poco potrebbe essere troppo tardi. Sì, perché secondo le nuove direttive del museo, «esporre cadaveri non è dignitoso». Così i corpi imbalsamati torneranno nei loro sarcofagi, al chiuso e al riparo dagli occhi dei visitatori che (secondo loro), potrebbero rimanere impressionati dalla vista di questo spettacolo. Con tanto dispiacere dei più piccoli, che erano senza dubbio gli ammiratori più entusiasti delle mummie. Altro che avere paura. Unica eccezione le mummie degli ignoti, che non hanno una tomba dove riposare.

Il perché di questa decisione lo spiega la direttrice Eleni Vassilika su La Stampa di ieri: «Noi siamo un museo di arte antica, e il macabro non ci interessa. Il nostro percorso museale va ben oltre l’esposizione di qualche mummia, è un dialogo con una civiltà antica durata più di 2000 anni, che va ricordata per molto di più che i suoi riti funerari». Un rimodellamento più pudico insomma, che non punta al sensazionalismo ma a tutto il resto che circonda questa civiltà, dal corredo che accompagnava i morti ai bellissimi sarcofagi. Le mummie forse attiravano troppo l’attenzione del pubblico, togliendo spazio a tutte le altre bellezze del museo.

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