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Politica

La lettera di Anna Martina dopo le sue dimissioni

Redazione Quotidiano Piemontese

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Anna Martina dopo aver dato le dimissioni al sindaco di Torino Piero Fassino, ha scritto una lettera per precisare la sua posizione su molti dei fatti che la coinvolgono:

Gentile Direttore, ormai da svariati giorni vengono  diffuse notizie inesatte o letteralmente infondate che riguardano la mia attività. Desidero dunque precisare quanto segue:

Non ho mai affidato incarichi a mio marito Walter Barberis. Egli ha ricevuto la proposta di curare la mostra celebrativa del 2011 negli ultimi mesi del 2007 da Paolo Verri e dall‘Assessore Fiorenzo Alfieri, quando io ero ancora ben distante dall’assumere qualsiasi ruolo alla divisione Cultura del Comune di Torino. Sotto la responsabilità di Alberto Vanelli, vicepresidente operativo del Comitato 150, Barberis  e De Luna sono stati incaricati formalmente di curare la suddetta mostra con contratto del 25 marzo 2008. Quando Paolo Verri ha lasciato il Comitato, Regione, Provincia e Comune hanno di concerto provveduto ad assegnare incarichi di supplenza suddivisi fra funzionari dei tre Enti: ai miei uffici fu affidato nell’agosto 2010 l’incarico di reperire i materiali utili all’allestimento della mostra e di acquisire i diritti per la riproduzione di filmati e fotografie. Non vi è mai stato alcun rapporto amministrativo fra me e i curatori della mostra, né con altri soggetti.

La società di cui mio figlio è uno di quattro soci, la Puntorec, è una azienda privata basata su capitali privati, che non ha mai goduto di sovvenzioni o finanziamenti pubblici, né altro genere di consimili benefici. Iscritta all’albo dei fornitori del Comune di  Torino, ha ricevuto insieme con molte altre aziende commesse di fornitura di beni e servizi, rispettando rigorosamente le regole degli affidamenti. Una sola volta, in assenza di un dirigente responsabile della procedura, ho inavvertitamente firmato io un affidamento sotto soglia alla Puntorec. Errore oggettivamente ascrivibile alla mia responsabilità. Altri due affidamenti sotto soglia hanno osservato le procedure di rito; un ulteriore affidamento è stato deliberato sulla base di un raffronto fra preventivi diversi.

Ora ne è conseguita una campagna mediatica del tutto sproporzionata, con oggettivi intenti inquisitori e talvolta diffamatori, aizzata da un ambiente politico malevolo e malsano. In queste circostanze, sfumano le garanzie di fiducia che mi avevano permesso nel corso di oltre un decennio di partecipare attivamente al risveglio e alla trasformazione della Città, promuovendone le attività economiche e culturali. Un lavoro, a cui è andata la mia dedizione personale e le mie esperienze professionali, con risultati universalmente riconosciuti e premiato da attestati ufficiali importanti in Italia e all’estero, è risucchiato in un chiacchiericcio scandalistico. Non credo che un errore, che in nulla ha danneggiato il servizio pubblico, che ho sempre praticato con impegno ed entusiasmo, possa scalfire la mia storia di persona seria, corretta e per bene, ma credo anche che le mie dimissioni siano l’unico modo per riprendermi l’onorabilità che penso di non aver demeritato e per placare le aggressioni alla mia persona e alla mia famiglia. Lascio dunque, irrevocabilmente e con effetto immediato, il mio incarico nel Comune di Torino. Ringrazio i Sindaci Castellani, Chiamparino e Fassino, e gli Assessori con cui ho lavorato, che mi hanno ripetutamente affidato incarichi delicati e di prestigio; e ringrazio tutte le persone che hanno collaborato con me alla realizzazione di importanti traguardi per la Città di Torino.

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