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Continuano le polemiche per la diga sul Sessera, la siccità divide Coldiretti e ambientalisti

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il progetto di ampliamento della diga del “Piancone” sul Sessera, continua a far discutere. Da una parte Coldiretti di Vercelli-Biella ha spiegato che l’opera, da 12 milioni di metri cubi d’acqua, è essenziale per i risicoltori. Dall’altra il comitato ambientalista “Custodiamo la Valsessera”, ha scritto al ministro dell’Agricoltura perché accorpi i consorzi irrigui regionali e rinunci al progetto di invaso. Gli agrari hanno sottolineato che la siccità, solo quest’anno, costerà al comparto del riso circa un miliardo di euro. Dati alla mano, da Coldiretti hanno parlato di un calo delle precipitazioni per il 2012 intorno al 48 per cento rispetto alla media, con temperature di 2,3 gradi superiore alla al periodo 1971-2000.

Il direttore, Domenico Pautasso ha posto anche la questione delle tempistiche: “Sappiamo che il progetto ha tempi di realizzazione stimabili in 10 / 15 anni. Se già ora si è palesata drammaticamente la carenza idrica del territorio, possiamo immaginarne le conseguenze e gli sviluppi lungo tutto il corso degli anni durante i quali si attenderà la conclusione dell’opera.”

Matteo Passuello invece, portavoce degli ambientalisti, ha preso carta e penna per scrivere una lunga lettera al ministro Mario Catania. Nella missiva viene spiegato che tra Biella e Vercelli operano tre consorzi irrigui (Est-Sesia, Ovest-Sesia, Bonifica Baraggia Biellese e Vercellese), ognuno con un proprio organo dirigenziale e che spesso entrano in costosi contenziosi davanti alla magistratura. Passuello quindi ha sottolineato che oltre ai benefici economici ottenibili con la fusione dei tre consorzi in un unico ente, vi sia un forte calo di superficie coltivata a riso. Inoltre, secondo il comitato, bisogna ricordare quanto sia bassa l’incidenza delle precipitazioni atmosferiche sull’effettiva produzione risicola.

L’opera dal costo stimato intorno ai 320 milioni di euro, è stata al centro di aspri scontri politici sin dagli ’80, ma ultimamente ha ricevuto un importante accelerata all’iter burocratico, grazie alla Valutazione d’impatto ambientale da parte del ministero dell’Ambiente. Una volta ottenuta la firma del ministro dell’Agricoltura e reperiti gli ingenti fondi, i lavori per l’invaso dovrebbero partire. La diga è stata progettata, principalmente per tre motivi: per uso agricolo (90% risaia, 10% mais), per implementare la fornitura di acqua potabile e per alimentare 4 centrali idroelettriche (con ricavi netti stimati sui 4 milioni di euro annui).

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