Cittadini
Le reazioni al piano per la trasformazione del CSI Piemonte
Continua il dibattito sulla situazione del CSI Piemonte dopo che l’assessore Massimo Giordano ha presentato i suo Piano di Azione per la trasformazione del CSI-Piemonte, Nei giorni scorsi Pino Sammartano e Davide Fazzone, Presidenti della Commissione Lavoro e della Commissione Bilancio e Partecipate della Provincia di Torino avevano visitato la sede del CSI e avevano dichiarato: “Consideriamo il Consorzio CSI Piemonte un ente di eccellenza assoluta in materia di informatica per la pubblica amministrazione e riteniamo indispensabile che gli enti consorziati, a partire dalla Regione Piemonte, garantiscano le risorse economiche necessarie per il buon funzionamento”.
Il capogruppo del PD Aldo Reschigna “manca coordinamento con gli altri soci istituzionali del Consorzio un rapporto con l’Agenda digitale nazionale, appena varata dal governo Monti. Tutto ciò rende ancora più incerto il futuro del Csi e dei lavoratori che vi operano, che giustamente continuano a chiedere risposte concrete che naturalmente non arrivano”.
Per Davide Bono del Movimento 5 Stelle : “Riteniamo questo piano un libro dei sogni che ha dell’incredibile: in realtà si svenderà un patrimonio pubblico alla solita imprenditoria “assistita” legata a familismi e clientelismi, peggiorando notevolmente sia il dato qualitativo ed economico dei lavoratori che quello dei servizi erogati alle pubbliche amministrazionei”.
Secondo Monica Cerutti di Sel: “Riteniamo che con esso si continui ad eludere la questione centrale: un piano industriale dovrebbe stare a monte di questo processo di trasformazione, non a valle, come invece scritto nello stesso documento. Questa indefinitezza permette alla giunta di delineare un percorso fumoso, che risulta oltre tutto pieno di contraddizioni. Nessun vera progettualità per un vero rilancio e riorganizzazione del CSI-Piemonte, ma solo l’inseguimento taumaturgico della privatizzazione come risolutrice di tutti i mali”.
Per Eleonora Artesio del FdS “Chi accetta il superamento del consorzio pubblico a favore di una partecipazione mista e di una gestione a terzi deve dimostrare, attraverso una dettagliata relazione di mercato, il vantaggio economico di questa trasformazione. E questo nel documento Giordano non c’è”.
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