Cittadini
Fassino nega la parentopoli sabauda e affida il caso di Anna Martina a un’indagine interna
Domenico Mangone (PD): Lei Sindaco non è tenuto a rispondere del passato. Oggi però la stimolo a dire con chiarezza che queste cose non si fanno. Noi non siamo una Commissione di disciplina per decidere sulla questione della dottoressa Martina, né siamo la Procura. Dobbiamo però dare un messaggio chiaro: queste cose non si fanno.
Giovanni Maria Ferraris (Moderati): La questione sollevata sul mio conto risale a gare a cui ho partecipato quasi dieci anni fa, negli anni dal 2002 al 2005, per prestazioni professionali da me esperite, in qualità di ingegnere iscritto a un Ordine professionale, a seguito della partecipazione a regolari inviti pubblici comparsi sul sito del Comune di Torino. In quel periodo ero Consigliere di Circoscrizione, eletto nelle liste di Forza Italia (e quindi in uno schieramento politico opposto alla maggioranza), e tengo a precisare inoltre che su tutti i miei profili curriculari sono sempre stati indicati anche tutti gli incarichi pubblici, proprio a testimoniare l’onore che ho sempre vissuto nell’esercitare tali attività con lo spirito di servizio che mi ha sempre animato per il bene comune. Tutti gli incarichi che mi hanno assegnato sono avvenuti nella massima trasparenza e sulla sola base delle regole contenute su bandi, non su “favori” o “simpatie”. Ricordo inoltre di non aver mai firmato dichiarazioni relative a conflitti di interessi o incompatibilità: se lo avessi saputo, non avrei partecipato alle gare. Non ho nulla da nascondere, né di cui vergognarmi: non ho sollecitato e obbligato nessuno ad affidarmi quei lavori, ma ho solo partecipato a bandi pubblici e ho svolto con serietà la mia professione. Anzi, sono stato io a consegnare il CD ai Capigruppo. Se però il Consiglio me lo chiede, sono pronto ora a porre fine alla mia carriera.
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