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Fassino nega la parentopoli sabauda e affida il caso di Anna Martina a un’indagine interna

Redazione Quotidiano Piemontese

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Chiara Appendino (Mov. 5 Stelle): Finalmente abbiamo potuto vedere il contenuto del cd, anche se i dati da analizzare e comprendere sono tantissimi. Alcuni dei casi più gravi sono stati ripresi dai quotidiani e non penso che si possa banalizzare o minimizzare ciò che abbiamo appreso, né per l’importo, né per l’importanza. Abbiamo appurato che un alto dirigente di questo Comune ha affidato incarichi ad una società di cui il figlio detiene quote. Questi incarichi non sono stati affidati tramite gara d’appalto, ma direttamente dai dirigenti della Città al figlio di questa alta dirigente. Nulla di illegale, ma inopportuno. Anche per il Festival Jazz le riprese sono state affidate alla medesima società. Quali sono stati i criteri di assegnazione? Quanti e quali soldi sono stati spesi? Quali i criteri di trasparenza? Queste domande possono essere ripetute per tutti gli altri casi di affidamenti dati dalle fondazioni bancarie e dagli Enti pubblici partecipati dalla Città di Torino. Abbiamo chiesto a questi Enti di poter accedere alla contabilità, abbiamo chiesto ai cittadini di inviarci commenti e segnalazioni. Riteniamo che tutto debba essere pubblico, affinché i cittadini sappiano tutto, conoscano tutto e capiscano tutto e possano controllare gli amministratori che hanno votato.

Ferdinando Berthier (Torino Libera): Io dico che mi ritengo fortunato di far parte di questa legislatura perchè sulle precedenti ho molti dubbi e incertezze. Se questo cd, per quanto è stato raccolto finora, ha già fatto emergere lacune, chissà cosa potrebbe ancora uscire. Auspico che insieme possiamo impegnarci, anche lei sindaco, in questo momento in cui i cittadini non fanno distinzioni politiche e si fa di tutta l’erba un fascio. Sia represso questo malcostume, con nuovi provvedimenti che ne facciano fronte.

Vittorio Bertola (5 stelle): Abbiamo pubblicato sul web in formato libero tutti i dati sugli affidamenti affinché non ci siano segreti. Sono subito giunte molte segnalazioni di cittadini e ci sarà un grosso lavoro di verifica dati da compiere. Ma ci si sta rendendo conto che il sistema è inopportuno, inefficace, una vera e propria marmellata e mi auguro che la Procura indaghi per capire se vi sono dei reati. Ma il giudizio morale c’è già: un cedimento morale della città, si sta affondando la democrazia. Mi auguro ci siano scelte politiche lungimiranti, stanno emergendo grosse responsabilità.

Michele Curto (Sel): E’ una discussione orfana delle necessarie verifiche. Non abbiamo tutti i dati definitivi occorrenti. Occorre uno sforzo da parte di tutti e il sindaco lo ha fatto. Ma lo deve fare anche il presidente Ferraris: deve chiarire la sua posizione, non poteva non sapere i suoi doveri istituzionali. E poi c’è il caso della dirigente Martina. Occorre capire se c’è ancora fiducia da parte del Consiglio comunale, una fiducia che per noi è venuta meno.

Stefano Lo Russo (PD): Questa maggioranza ha sempre lavorato con un unico faro: consentire la maggior trasparenza possibile. Ricordo anche che il nuovo Regolamento nomine è di iniziativa consiliare. Questa maggioranza ha lavorato per garantire le prerogative di sindacato ispettivo del Consiglio comunale: mai ci siamo opposti a richieste di approfondimento o accesso agli atti. Il 21 maggio 2012, su iniziativa del PD, il Consiglio ha anche approvato la mozione 40 sull’adozione di un codice di comportamento dei dirigenti del Comune di Torino. In Controllo di Gestione i colleghi hanno collaborato a fare sempre la maggior chiarezza possibile. Bene ha fatto Carbonero e bene ha fatto la Commissione ad analizzare dinamiche di questi anni, e se necessario degli anni passati, come per i casi del presidente Ferraris e della dottoressa Martina. Esistono profili differenti, ma gli episodi sono chiari. Se qualcuno ha sbagliato è giusto subisca una sanzione. I tempi di oggi chiedono alla politica di non essere reticenti o ambigui: i cittadini hanno il diritto di avere chiarezza nei comportamenti. Non ci stiamo però a far parte di una politica che gioca a sfasciare: i nostri dirigenti, nella stragrande maggioranza, svolgono un’opera impeccabile.

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