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Cesare Romiti si esprime di nuovo contro Marchionne e a favore della Fiom

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’ex amministratore delegato della Fiat  Cesare Romiti, intervistato al  Tg3 da Bianca Berlinguer ha sostenuto che il  piano Fabbrica Italia della Fiat potrebbe non essere mai esistito davvero:  ”A questo punto il dubbio viene”. Romiti ha anche nuovamente  lanciato ai sindacati le sue accuse  “tranne la Fiom, non si sono mai preoccupati di accertare i fatti”. A questo punto, sostiene Romiti, la possibilità della chiusura di uno stabilimento Fiat in Italia è concreta e il Governo dovrebbe intervenire innanzitutto con una vera politica industriale. 

Negli scorsi giorni Cesare Romiti in diverse interviste aveva attaccato l’ad Marchionne sostenendo che la Fiat manca di progetti e la colpa principale è di Marchionne perché chi decide è lui:  ”La grande impresa Fiat in Italia non c’è più; anche la Fiat è stata grande fino agli anni ’90. Oggi no. Quando un’impresa automobilistica per due anni sospende la progettazione perchè c’è crisi di vendite, ha decretato la morte dell’azienda. Si è tagliata fuori. E i sindacati, tranne la Fiom, con la loro inerzia hanno facilitato quello che è successo. Credo che in questi anni gli azionisti abbiano dato abbastanza soldi all’amministratore delegato.

E bisognerebbe anche calcolare il valore delle tecnologie trasferite da Fiat a Chrysler. Tecnologie e saperi accumulati in cento anni di storia della Fiat. Penso che oggi la strategia della Fiat la decida Marchionne, non gli azionisti. Lui voleva andare in America e ci è riuscito. In passato investivamo anche in treni, telecomunicazioni è vero, ma si trattava comunque di settori collaterali e anticiclici rispetto all’auto. Fin dalle origini la Fiat e’ stata Terra, Mare, Cielo. Devo dire che forse, con il senno di poi, sarebbe stato meglio, più di stimolo, avere un concorrente che produce in Italia.

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