Economia
Chi è la KiteGen Research, l’azienda che crea fattorie del vento che si è offerta di salvare l’Alcoa
La KiteGen Research di Chieri ha inviato la sua manifestazione di interesse per l’Alcoa di Portovesme al ministero dello Sviluppo economico, alla Regione Sardegna e all’Alcoa. Nella sua lettera il presidente Massimo Ippolito chiarisce come noto che Alcoa è un’azienda che consuma più energia elettrica in Italia per produrre il fabbisogno primario italiano di alluminio. Quindi che i 15 anni passati di energia sovvenzionata sono costati alla collettività oltre un miliardo di euro. Ma chi è KiteGen Research e come produce energia ? La società di Chieri ha una tecnologia che prevede la realizzazione di fattorie del vento ad altissima densità energetica territoriale.Grazie alla disponibilità di vento in alta quota è possibile fornire, in ogni territorio, quantità di energia superiori a quelle di fonte fossile o nucleare attualmente utilizzate e ciò senza grandi strutture, senza creare pericoli per l’uomo, senza creare danni ambientali, senza danneggiare l’avifauna e ad un costo competitivo con quelli attuali di mercato.
La tecnologia esistente riesce appena a scalfire, in pochi punti favorevoli, la superficie dell’enorme giacimento d’energia rappresentato dal vento (. Infatti le torri eoliche non possono spingersi più in alto e arrivare al vento in quota, sono già prossime al loro limite dimensionale: con difficoltà i rotori superano 100 metri dal suolo, la struttura che li sorregge diventa, col crescere dell’altezza, esponenzialmente più pesante, instabile e soprattutto costosa. La situazione è paragonabile a quanto accaduto con le trivellazioni petrolifere, dove solo dopo aver trovato soluzioni via via migliori ci si è potuti allontanare dal suolo – verso il basso, in questo caso – riuscendo a raggiungere le riserve più profonde e redditizie.
Per raggiungere il vento in quota e sfruttarne la maggiore energia cinetica, il progetto Kite Gen è partito da un radicale cambio di prospettiva nella progettazione delle macchine necessarie, che per raggiungere i venti di alta quota non possono essere pensate come strutture ancorate a terra o in mare, ma devono adattarsi alla forza e alla mutevolezza dei venti, seguendoli e piegandovisi in modo intelligente e dinamico.
Grandi aquiloni, del tipo di quelli ben noti a molti sportivi, ma progettati appositamente e pilotati attraverso sofisticati sensori connessi a computer, possono catturare venti di intensità molto superiore a quella raccolta dalle turbine eoliche tradizionali e con una continuità non sempre consentita a queste, anche nei siti più favorevoli.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese