Seguici su

Economia

Si inizia il dibattito sulla riduzione delle province in Piemonte

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

La seduta di Consiglio regionale congiunta con il Cal di lunedì 10 settembre è stata dedicata interamente a una prima discussione sullo stato degli enti locali in seguito all’approvazione della spending review. Dopo l’intervento del presidente del Consiglio Valerio Cattaneo che ha evidenziato come “ci sia da rammaricarsi che il legislatore non abbia voluto o potuto affrontare il problema del riassestamento della amministrazione locale in modo organico e che, dietro la spinta dell’urgenza dettata dalla crisi finanziaria internazionale, si sia arrivati a una decretazione d’urgenza che oggi pone tempi limitati e altrettanto limitati margini di iniziativa alle autonomie locali”, il presidente della Giunta Roberto Cota ha comunicato la volontà di fare ricorso contro il decreto nella parte in cui prevede il riordino degli enti locali.
Il presidente del Cal, Carlo Riva Vercellotti ha sottolineato la possibilità di un ricorso “sull’introduzione del sistema di elezione
indiretta dei nuovi organismi”, aspetto su cui si sono concentrati numerosi interventi nella giornata, così come “sull’articolo 16 che
prevede in Piemonte tagli maggiori rispetto a realtà che sono state meno virtuose di noi”.
Il presidente della provincia di Torino, Antonio Saitta, ha evidenziato che “la nostra proposta di riforma è diventata la proposta nazionale ed è stata inserita nel decreto. L’elezione indiretta esaspera i localismi, mentre solo l’elezione diretta permette di prendere decisioni politiche importanti”.
Il tema dei tagli è stato ripreso anche dal capogruppo del Pdl Luca Pedrale quando dichiara che “siamo di fronte a un vero paradosso di subire i tagli maggiori rispetto a realtà dove la gestione non è stata virtuosa”
mentre per il capogruppo della Lega Nord Mario Carossa “ancora una volta il Nord è stato penalizzato da riduzioni finanziarie ingiustificate.
Inoltre, senza un’elezione diretta, chi avrebbe potuto prendere unadecisione importante come la costruzione del termovalorizzatore?”. “Le province non possono diventare soggetto di area vasta, senza giunta – ha spiegato il capogruppo Pd Aldo Reschigna –  si rischia il centralismo regionale. Se si vuole fare ricorso sul sistema elettorale siamo d’accordo, ma nulla che rallenti il riordino del sistema istituzionale necessario vista la situazione del nostro paese”. Concetto ripreso da Andrea Buquicchio e Tullio Ponso (Idv) quando affermano che “il riordino deve essere fatto con criterio, prestando attenzione ai profili di incostituzionalità e con un occhio agli sprechi. Istituiamo la città metropolitana e tre province come fatto per le aziende sanitarie”.
“Non possiamo accettare la morte delle province per inedia – ha spiegato Gianluca Vignale (Progett’Azione) – perché ci sono realtà dove non si sa se si approveranno i bilanci o se si chiederà intervento del commissario. Queste scelte non verranno fatte dal parlamento ma per decreto della presidenza del consiglio”. La questione della responsabilità è stata ripresa da tutti gli altri
presidenti di provincia che hanno evidenziato la “drammaticità della situazione finanziaria, tema ormai ricorrente. Non possiamo andare alla deriva ed essere screditati come amministratori per colpe non nostre”.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese