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Piemonte

Tasse locali: -14% in 5 anni, malgrado i tagli dei trasferimenti dallo Stato

Franco Borgogno

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Le tasse locali pesano su ciascun italiano per 1.233 euro. I Comuni capoluogo più “esosi” sono quelli laziali, che occupano i primi 5 posti della classifica nazionale riferita al 2010. Al top della graduatoria troviamo Rieti, con una pressione tributaria locale pro capite pari a 1.934 €; seguono Latina, con 1.899 € e Frosinone, con 1.823 €. Appena fuori dal podio si piazzano Viterbo, con 1.803 € e Roma, con 1.758 €. Chiudono la graduatoria nazionale 3 Comuni capoluogo del profondo Sud: Messina, con 779 € pro capite, Caltanisetta, con 711 € e Agrigento, con 672 €.

Dopo Lazio e Lombardia, la classifica vede i capoluoghi piemontesi (ovviamente, conta il fatto che Lazio, Lombardia e Piemonte siano le regioni più industrializzate e quindi l’incidenza dell’Irap sulla media diventi notevolmente più ‘pesante’): 19^ Torino 1583 (471 comunali, 87 provinciali, 1025 regionali); 20^ Novara 1556 (456, 76, 1025); 21^ Alessandria 1549 (444, 80, 1025); 22^ Cuneo 1528 (426, 78, 1025); 24^ Vercelli 1521 (430, 66, 1025); 25^ Asti 1515 (423, 67, 1025); 27^ Biella 1469 (368, 76, 1025); 42^ Verbania 1370 (276, 70, 1025).

Sono questi i principali risultati emersi da un’elaborazione condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, che ha analizzato il “peso”, che ricade sui portafogli dei cittadini italiani, della pressione tributaria locale. Questo indicatore è definito dalla sommatoria delle entrate tributarie versate al Comune, alla Provincia e alla Regione in rapporto alla popolazione residente.

“Nonostante il  forte peso che ricade sulle tasche dei cittadini italiani – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre, che ha prodotto lo studio – è utile ricordare che rispetto a 5 anni fa, il livello medio delle tasse locali è diminuito del 14%”.

E altrettanto non si può certo dire per lo Stato… Anzi: a fronte di continui tagli agli enti locali e alle Regioni, il contemporaneo aumento di competenze e quindi di costi, non sono corrisposte azioni efficaci a livello statale.

Dati che devono far riflettere e guardare con grandissima attenzione al nascente federalismo fiscale: che non si trasformi nella pura e semplice cancellazione di servizi o nell’introduzione di nuove tasse.

Lo scopriremo nei prossimi giorni, analizzando in profondità la questione e i documenti in discussione.

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