Cronaca
La morte di Sveva Taffara: le parole del fidanzato
Continua la ricerca di informazioni che possano aiutare a capire come e perchè è morta Sveva Taffara. La Gazzetta del Mezzogiorno riporta le dichiarazioni di Massimo Ciavarella il fidanzato di Sveva.
Il giorno prima dai miei genitori c’è stato un litigio per questioni personali. E così l’ho accompagnata alla stazione di Cesena, dove siamo arrivati alle 10. A me aveva detto che sarebbe rientrata a casa». Massimo Ciavarella era fidanzato con Sveva Taffara – la ragazza di Settimo Torinese che ha trovato la morte in un pozzo a Barile – e ha passato con lei i giorni precedenti alla scomparsa. Non ha avuto notizie di Sveva finché non l’hanno chiamato i carabinieri. Allora ha capito che Sveva a casa non era tornata. I due ragazzi si sono conosciuti a Torino, ma Massimo vive a Bertinoro, nelle colline dell’entroterra romagnolo, a pochi chilometri dalle località balneari. Decidono di passare qualche giorno lì. Una discussione in cui forse vengono coinvolti anche i genitori del giovane è il pretesto per il litigio della coppia. E Sveva decide di continuare la vacanza da sola.
Quando Sveva chiama il fratello Kevin è già sul treno per Foggia: «Vado a cercare la sorgente dell’acqua che porta il mio nome». È l’acqua Sveva. Ma la fonte è a Rionero in Vulture. Non a Barile. Come è arrivata Sveva fino a quel pozzo? E mentre la ragazza percorreva l’Italia, per arrivare prima a Foggia e poi a Barile, passando – come hanno ricostruito gli investigatori – dalla stazione di servizio Esso di San Nicola di Melfi, Massimo va a Cattolica. Durante il viaggio Sveva prova a fare qualche altra telefonata. Che va a vuoto. Manda strani sms che poi archivia nella memoria del suo cellulare. E non sente più nessuno. Oppure, se lo ha fatto, ha poi cancellato le chiamate, perché dall’esame del cellulare le ultime telefonate risalgono alla mattina del 6 agosto. Da quel momento nessuno ha più avuto notizie di Sveva. È per questo che Kevin – conoscendo anche lo stato di salute di sua sorella – si è preoccupato e ha deciso di avvertire le forze dell’ordine. Ha contattato anche la redazione di un giornale locale per un appello pubblico.
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