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Cronaca

La moglie di Alberto Musy lancia un appello: chi sa parli

Redazione Quotidiano Piemontese

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La moglie di Alberto Musy ha scritto una lettera alla Stampa , lanciando un appello a chi sa qualcosa: a chi ha visto qualche dettaglio in più, a chi ha riconosciuto l’uomo con il casco.

“Sono trascorsi quattro mesi dall’attentato occorso a mio marito, Alberto Musy.  La prima mattina di primavera, il 21 marzo, un uomo camuffato lo ha aggredito sotto casa sparandogli cinque colpi di pistola per poi sparire tra le vie del centro di Torino.  Ogni giorno per quattro mesi, accompagnati dalla splendida equipe del dr. Illengo, il dr. Bonicalzi, la d.ssa Grazioli, la d.ssa Arbinolo, tutti i medici e lo staff infermieristico dell’Ospedale Molinette di Torino abbiamo scoperto una realtà nuova che farà parte della nostra vita per gli anni a venire. E’ il ritmo lento delle persone malate.

In queste tragiche occasioni viene chiesto ai famigliari di affrontare la realtà giorno per giorno, piano piano. In famiglia siamo abituati ad un rapido susseguirsi degli eventi, trascinate e travolte dall’inesauribile energia dell’unico uomo di casa, che ora non è con noi. Abbiamo adattato le nostre vite a questo nuovo ritmo e scoperto un atteggiamento vitale: trarre il massimo possibile dalle situazioni più estreme. Questo è stato chiesto sia ai medici che alle forze dell’ordine e proprio perchè la vita ha un valore, la risposta non è mancata.

Il nostro pensiero naturalmente è ancorato alle cure da prestare ad Alberto, a quanto e quando potrà tornare tra di noi, alle prospettive che possiamo offrire alle nostre bambine. Quando i tempi sono sfavorevoli, le energie scarse e gli affetti turbati, il mutuo soccorso segna la differenza. In questi momenti la famiglia e gli amici hanno un ruolo fondamentale di supporto e di unione, perchè ad atti atroci si risponde mostrando un pugno chiuso, segno di unione, solidarietà e protezione. Ad oggi non sappiamo chi abbia compiuto il gesto orrendo e deciso per le nostre vite. Perció mi appello alle madri, alle mogli e a chiunque abbia notato qualche elemento che possa essere di aiuto agli inquirenti perchè si facciano avanti e parlino con chi coordina o segue le indagini in Questura, a Torino. Ogni gesto, sensazione, idea o particolare può essere importante. Prego per la ripresa di Alberto, per la serenità della famiglia e perchè la coscienza di chi sa abbia un sussulto.”

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