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Salviamo l’Imbarchino, in cento all’incontro per il lancio della raccolta firme

Davide Mazzocco

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All’Imbarchino si sta insieme, si studia, ci si connette in rete, si ascolta buona musica, si guardano “pellicole corsare”, si legge un buon libro, si mangia e si beve. Un posto low cost, trasversale alle generazioni, aperto dalla mattina alla sera. Un punto d’aggregazione che potrebbe essere messo in discussione dalla nuova gestione che subentrerà alle cooperative In/Contro e Bi.lo.ba. a partire dal gennaio 2013.

Sabato oltre 100 persone sono giunte all’Imbarchino richiamate dalla pagina Facebook Salviamo l’Imbarchino. Ecco il comunicato con il quale i promotori hanno lanciato una campagna firme per dare continuità al modello gestionale affermatosi nel corso degli anni sulla riva sinistra del Po:

  • E’ necessario partire narrando la storia legale dell’Imbarchino: sorge su un terreno di proprietà del demanio e il Comune di Torino ne dà la concessione per una serie di anni. L’ultima concessionaria è stata la cooperativa In/contro che affittò poi i locali a Bi.lo.ba. In/contro è attualmente sotto procedura fallimentare per cui il curatore ha venduto le varie componenti, tra le quali il ramo d’azienda Imbarchino. Per questo ci fu un’asta a buste chiuse e l’offerta della cooperativa Terre di è stata superiore a quella di Bi.lo.ba.; alcuni mesi dopo è giunta a Bi.lo.ba una lettera di sfratto con termine ultimo gennaio 2013. Questo è quanto accaduto, nel pieno rispetto della legalità e delle norme vigenti; lungi da noi intrometterci in tali faccende che non ci riguardano minimamente. Tuttavia abbiamo colto l’occasione come spunto per riflettere sulla situazione dell’Imbarchino: in un precedente documento ne abbiamo illustrato le varie qualità e in particolare abbiamo posto l’accento sul valore che ha assunto per il cittadino in quanto luogo aperto e disponibile a ospitare gratuitamente le più svariate iniziative.
  • Inevitabile accostare questo nostro apprezzamento alla recente gestione, eppure ci teniamo a prendere le distanze dalla cooperativa Bi.lo.ba.: quello che noi chiediamo è che sia il Comune di Torino a valorizzare il modello di gestione che si è affermato negli ultimi anni, in modo che resti anche nonostante i futuri cambi di gestione. Per noi fa poca differenza che sia gestito da una cooperativa piuttosto che da un’altra, purchè sia mantenuto l’impianto che lo ha reso un posto unico a Torino. Ci auguriamo quindi che alla scadenza della concessione nell’agosto del 2013 si proceda a indire un nuovo bando di gara che tenga conto delle nostre richieste attraverso la formulazione di criteri trasparenti che permettano l’accesso abbia i requisiti.
  • Ancora una volta: vogliamo salvaguardare un modello di gestione, un’idea. Siamo indipendenti da qualunque cooperativa abbia gestito, gestisca o gestirà il locale. Siamo cittadini che vogliono tutelare un patrimonio cittadino. Invitiamo pertanto chiunque si ritrovi nelle nostre parole a firmare la petizione.
  • Il Comitato promotore della petizione “Salviamo l’Imbarchino”

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