Cittadini
Salviamo l’Imbarchino, in cento all’incontro per il lancio della raccolta firme
All’Imbarchino si sta insieme, si studia, ci si connette in rete, si ascolta buona musica, si guardano “pellicole corsare”, si legge un buon libro, si mangia e si beve. Un posto low cost, trasversale alle generazioni, aperto dalla mattina alla sera. Un punto d’aggregazione che potrebbe essere messo in discussione dalla nuova gestione che subentrerà alle cooperative In/Contro e Bi.lo.ba. a partire dal gennaio 2013.
Sabato oltre 100 persone sono giunte all’Imbarchino richiamate dalla pagina Facebook Salviamo l’Imbarchino. Ecco il comunicato con il quale i promotori hanno lanciato una campagna firme per dare continuità al modello gestionale affermatosi nel corso degli anni sulla riva sinistra del Po:
- E’ necessario partire narrando la storia legale dell’Imbarchino: sorge su un terreno di proprietà del demanio e il Comune di Torino ne dà la concessione per una serie di anni. L’ultima concessionaria è stata la cooperativa In/contro che affittò poi i locali a Bi.lo.ba. In/contro è attualmente sotto procedura fallimentare per cui il curatore ha venduto le varie componenti, tra le quali il ramo d’azienda Imbarchino. Per questo ci fu un’asta a buste chiuse e l’offerta della cooperativa Terre di è stata superiore a quella di Bi.lo.ba.; alcuni mesi dopo è giunta a Bi.lo.ba una lettera di sfratto con termine ultimo gennaio 2013. Questo è quanto accaduto, nel pieno rispetto della legalità e delle norme vigenti; lungi da noi intrometterci in tali faccende che non ci riguardano minimamente. Tuttavia abbiamo colto l’occasione come spunto per riflettere sulla situazione dell’Imbarchino: in un precedente documento ne abbiamo illustrato le varie qualità e in particolare abbiamo posto l’accento sul valore che ha assunto per il cittadino in quanto luogo aperto e disponibile a ospitare gratuitamente le più svariate iniziative.
- Inevitabile accostare questo nostro apprezzamento alla recente gestione, eppure ci teniamo a prendere le distanze dalla cooperativa Bi.lo.ba.: quello che noi chiediamo è che sia il Comune di Torino a valorizzare il modello di gestione che si è affermato negli ultimi anni, in modo che resti anche nonostante i futuri cambi di gestione. Per noi fa poca differenza che sia gestito da una cooperativa piuttosto che da un’altra, purchè sia mantenuto l’impianto che lo ha reso un posto unico a Torino. Ci auguriamo quindi che alla scadenza della concessione nell’agosto del 2013 si proceda a indire un nuovo bando di gara che tenga conto delle nostre richieste attraverso la formulazione di criteri trasparenti che permettano l’accesso abbia i requisiti.
- Ancora una volta: vogliamo salvaguardare un modello di gestione, un’idea. Siamo indipendenti da qualunque cooperativa abbia gestito, gestisca o gestirà il locale. Siamo cittadini che vogliono tutelare un patrimonio cittadino. Invitiamo pertanto chiunque si ritrovi nelle nostre parole a firmare la petizione.
- Il Comitato promotore della petizione “Salviamo l’Imbarchino”
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