Cittadini
Il Movimento 5 Stelle, politici, sindacalisti e società civile contro la vendita di Amiat e Trm
Il Movimento 5 Stelle di Torino ha inviato domenica al presidente del Consiglio Comunale una richiesta formale di rinvio della delibera con cui nel consiglio comunale ora in corso, dovrebbe essere deliberata la vendita di Amiat e TRM. “Tutti gli atti relativi a questa vendita, compresi quelli già approvati, si basano sulla legge che venerdì la Corte Costituzionale ha cancellato; per questo è necessario fermarsi e ripensarci, alla luce del nuovo scenario” hanno dichiarato i consiglieri comunali Bertola e Appendino e il consigliere regionale Bono. Come ribadito dalla Corte, con i referendum del 2011 gli italiani hanno espresso chiaramente la volontà di non privatizzare i servizi pubblici locali. La svendita delle aziende comunali da parte di Fassino, magari a quella cassaforte del PD del Nord che è Iren, è pertanto non solo vergognosa, ma oggi anche illegittima: noi siamo assolutamente contrari, chi la vota se ne assume tutte le responsabilità.”.
Lunedì 23 luglio il Consiglio Comunale di Torino voterà la deliberazione per la messa a gara di Amiat S.p.A. e TRM S.p.A., società partecipate dal Comune che si occupano di igiene urbana, raccolta e smaltimento dei rifiuti.Questo atto prende le mosse dall’articolo 4 della Decreto Legge n. 138/2011, norma con cui il Governo Berlusconi aveva ripristinato l’art. 23 bis del Decreto Ronchi, abrogato con il referendum del 13 giugno 2011, che stabiliva la messa a gara, a data certa, di tutti i servizi pubblici locali. Il quadro normativo è stato però sconvolto dalla sentenza n. 199/2012 della Corte Costituzionale che, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell’articolo 4 su ricorso di diverse Regioni, ha per la prima volta riconosciuto l’esistenza di unvincolo referendario, ossia del divieto per il legislatore di ripristinare la normativa abrogata dalla volontà popolare secondo quanto sancito dall’art. 75 della Costituzione.Il mutamento del contesto normativo e questa sentenza dalla portata rivoluzionaria richiedono un ripensamento della gestione dei servizi pubblici locali e, soprattutto, rendono necessaria una moratoria per i processi di messa a gara avviati sulla base di una norma che rappresentava un vulnus per la democrazia del nostro Paese.Chiediamo dunque al sindaco Fassino e a tutto il Consiglio Comunale una moratoria della vendita delle quote di Amiat S.p.A. e Trm S.p.A. e la sospensione della votazione sulla delibera: non si può procedere ignorando quanto deciso dalla Consulta, la materia dei servizi pubblici locali ha bisogno come mai in questa fase di un ripensamento che tenga anche conto della disciplina comunitaria che, dopo la declaratoria di illegittimità della Corte Costituzionale, trova diretta applicazione. Per questo, chiediamo al consiglio comunale che sia istituito presto un tavolo tecnico che faccia il punto sulla disciplina dei servizi pubblici locali, presso cui avviare un dibattito sui modelli di gestione.
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