Economia
Ibm chiede il trasferimento di 76 lavoratori da Torino a Milano
La Fiom-Cgil ha reso noto che la Ibm nei giorni scorsi ha annunciato alle rappresentanze dei lavoratori e alle organizzazioni sindacali di tutte le sedi italiane la riorganizzazione di alcune funzioni, prevedendo il trasferimento collettivo di circa 300 dipendenti da tutte le sedi italiane a Segrate, in provincia di Milano. Dei 300 addetti da trasferire ben 76 lavorano presso la sede di Torino costituita da un organico di circa 700 tecnici. La Fiom-Cgil ritiene il trasferimento non giustificato, in quanto Ibm sta attuando sempre di più un’organizzazione del lavoro geograficamente decentrata, addirittura utilizzando il telelavoro e usufruendo e incentivando le risorse di paesi esteri. Emerge con chiarezza la vera finalità dell’operazione: costringere alle dimissioni il maggior numero di dipendenti, a fronte dell’impatto, sia economico che familiare, che questa scelta aziendale comporterà sulle lavoratrici e sui lavoratori coinvolti. Inoltre, dai dati di bilancio 2011, Ibm Italia haprodotto un utile maggiore che nel 2010. Al di la delle dichiarazioni pubbliche di grande considerazione per i suoi dipendenti, Ibm, con questa scelta, ha deciso di far pagare ai lavoratori le responsabilità del management Italiano.
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