Michele Giovine ha rischiato l’estromissione dalla maggioranza in Consiglio regionale dato che ha cercato di oopporsi alla riduzione dei consiglieri di Palazzo Lascaris da 60 a 50. Il presidente della Regione, Roberto Cota, informato dell’ostruzionismo di Giovine, è rientrato immediatamente a Torino per partecipare alla seduta dell’assemblea e ha dichiarato senza mezze misure: “Su questi temi la gente merita risposte chiare e immediate. Chi impedirà che il provvedimento venga votato entro stamane è fuori dalla mia maggioranza”. Giovine ha risposto senza peli sulla lingua: “Non mi sono mai sentito davvero parte di questa maggioranza. Me ne farò una ragione, ma dovrà farsela anche il presidente”. Poi le cose si sono placate anche perchè Giovine potrebbe far cadere la giunta Cota.
Il Movimento 5 Stelle commenta durissimo: “Il Consigliere Giovine, condannato in appello per le firme false raccolte a sostegno della sua lista Pensionati per Cota, aveva intenzione di tenere in scacco il Consiglio Regionale sulla votazione della proposta di legge per la riduzione dei Consiglieri da 60 a 50 e degli Assessori da 14 a 11. Il Presidente Cota ha battuto platealmente i pugni sul tavolo, affermando di volere Giovine fuori dalla maggioranza. Ma chi l’ha messo lì dentro? Con i 27mila voti raccolti dalla lista di Giovine, infatti, Cota ha guadagnato la poltrona di Presidente e ci sembra francamente risibile che si accorga solo oggi della particolarità dell’alleato, già sottoposto a processo per lo stesso reato nella scorsa legislatura.
Tutto risolto poi in una Capigruppo al volo, dietro la quale si celano le compensazioni che Giovine riceverà probabilmente nei prossimi mesi. Anche perché rimane ancora aperta la vicenda dei ricorsi della Bresso e il punto interrogativo sul ricorso che Giovine dovrebbe presentare in Cassazione per rinviare il più possibile il pronunciamento del TAR Piemonte sulla validità dell’elezione di Cota. Se il TAR Piemonte dovesse riconoscere valore amministrativo alla sentenza penale, potrebbe mandare tutti a casa anticipatamente ed è meglio rinviare questa evenienza il più in là possibile. Ancora una volta la logica di accordi, patteggiamenti e compromessi, domina la scena politica piemontese. Per questo il nostro auspicio è che presto si apra una nuova pagina di sana politica.
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