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Alessandria

Le conseguenze del dissesto finanziario di Alessandria

Erica Gardella

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Il buco di bilancio del Comune di Alessandria si aggira intorno ai 100 milioni di Euro. Questo è quanto emerge dagli accertamenti della Corte dei Conti relativamente ai bilanci del 2010 e 2011.. Le anomalie nei bilanci sono molteplici tanto che  anche l’ex sindaco Piercarlo Fabbro risulta tra gli indagati con altri membri della giunta Pdl-Lega, responsabili degli ammanchi (per maggiori dettagli  vedere l’articolo de “Il Fatto Quotidiano”) . Ora però non è solo tempo di punire i colpevoli, ma soprattutto di riordinare i conti, con pesanti conseguenze per i cittadini.

Come abbiamo già spiegato, gli ammanchi nel bilancio e soprattutto la scoperta di “debiti nascosti” poiché riguardanti spese fuori bilancio che hanno mostrato la reale entità dell’insoluto, ha causato la dichiarazione di dissesto finanziario. Questo avviene quando un Ente non è più in grado di assolvere alle funzioni ed ai servizi indispensabili e quando nei confronti dell’Ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte attraverso le normali manovre di bilancio. Ora la nuova amministrazione deve approvare il dissesto per consentire ai commissari di redigere un piano di estinzione dei debiti, scelta obbligata per poter continuare a governare il Comune (in caso contrario tutti i debiti dovrebbero essere saldati dall’amministrazione senza intervento statale, il che, evidentemente, è impraticabile).

A questo punto il piano di  rientro verrà messo in atto ed i cittadini saranno chiamati a contribuire con notevoli aumenti delle imposte e delle tariffe locali. Certamente verranno ritoccate verso l’alto L’Imu e le tariffe di tutti i servizi comunali, dall’acqua ai rifiuti, passando per trasporti, mense, asili ecc. Questo tipo di piani prevede che il debito sia dilazionato nel tempo e un parte possa essere saldato attraverso l’aiuto statale (diretto o indiretto), questo però non toglie che gli organi locali saranno chiamati ad eliminare tutte le spese per servizi o personale non indispensabili, con sicure ripercussioni sul numero o la qualità  dei servizi offerti alla popolazione. Infine verrà anche essere vagliata la possibilità di vendere le proprietà immobiliari del Comun, per trovare ulteriori fondi per estinguere i debiti.

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