Economia
Lotta a tre per la leadership dell’Unione Industriale di Torino
Repubblica.it di Torino presenta la competizione per la leadership all’Unione Industriale di Torino con la presnez
Davide Canavesio, Licia Mattioli e Paolo Vitelli: uno di questi tre imprenditori diventerà a settembre il nuovo presidente dell’Unione industriale di Torino al posto di Gianfranco Carbonato. Quella al vertice dell’associazione di via Fanti, la più importante del Piemonte, sarà dunque una corsa a tre. Ma gli industriali torinesi faranno di tutto per evitare il muro contro muro cui hanno dovuto assistere a livello nazionale, con lo scontro Squinzi-Bombassei.
Ieri in via Fanti era in programma l’assemblea privata dell’associazione degli industriali. Il leader uscente, Gianfranco Carbonato, ha concluso il proprio mandato facendo il punto sui suoi quattro anni di presidenza e gli oltre 350 imprenditori presenti all’assemblea gli hanno tributato lunghi applausi e calorosi attestati di stima per la passione con cui ha interpretato il ruolo e per le sue doti di comunicatore.
La riunione annuale non aveva però all’ordine del giorno il tema della successione, dunque non si
è parlato in via ufficiale del dopo Carbonato. Quello è stato piuttosto l’argomento più gettonato nei colloqui informali tra associati. Soprattutto dopo l’intervista di Paolo Vitelli a «Repubblica», in cui
l’imprenditore si dice disponibile a ricoprire la massima carica dell’Unione industriale. Un autentico colpo di scena, giunto dopo mesi in cui l’unica candidata è stata Licia Mattioli. Ieri è poi arrivata un’altra novità: la discesa in campo di Canavesio.
Il presidente del gruppo Giovani imprenditori ha dato informalmente la propria disponibilità a Carbonato, aggiungendo così la propria candidatura a quelle di Mattioli e Vitelli. Saranno dunque questi tre imprenditori a contendersi la poltrona più importante di via Fanti, anche se sarà una sfida per certi versi asimmetrica: sia Canavesio, “ceo” della metalmeccanica Saet, che Vitelli, presidente del costruttore di yacht Azimut, sono infatti espressione di quel gruppo di imprenditori “ribelli” che vorrebbe rendere la territoriale torinese di Confindustria un motore per lo sviluppo della città e che non vede di buon occhio la candidatura di Licia Mattioli, imprenditrice orafa della Marchisio gioielli e dunque rappresentante di un settore troppo debole all’interno dell’associazione. Insomma, la competizione non è un due contro uno, ma poco ci manca.
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