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Cronaca

Le indagini sugli appalti di Italia 150 si chiudono con un’accusa di abuso in atti d’ufficio

Redazione Quotidiano Piemontese

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Le indagini della guardia di Finanza che aveva perquisito le ex Ogr e gli uffici del Comitato Italia 150 nel marzo 20111, sono terminate con un avviso di conclusione delle indagini per il reato di abuso in atti d’ufficio ad Alberto Vanelli, direttore della Reggia di Venaria e, vicepresidente esecutivo del comitato Italia 150 e per l’architetto Carlo Pession, direttore dei lavori per l’allestimento alle ex Ogr delle tre mostre per l’evento dei 150 anni dall’unità d’Italia.  I due sono accusati di aver abusato del proprio ruolo nel trovare una soluzione transattiva che evitasse di far pagare al Comitato la penale decisa dal Tar Piemonte di 250 mila euro che con gli oneri annessi diventerebbero a 300 mila.  La soluzione transattiva è relativa allo  lo ripartizione dell’appaltp per l’allestimento delle mostre, vinto da un raggruppamento di imprese che comprendeva ad Ed.Art, Gozzo Impianti, Codelfa, Bodino spa.

L’Ati formata dal Consorzio Cooperative Costruzioni, Set Up, Cogefa e Allestimenti Arianese si rivolse al Tar ritenendo  che i vincitori non avevano presentato tutti i requisiti tecnici richiesti dal bando. Il 21 novembre 2011 i giudici amministrativi diedero ragione ai ricorrenti e imposero la penale.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno analizzato l’accordo transattivo che assegnò all’Ati parte dei lavori liquidati anche con un incremento del valoer dei lavori di 3,2 milioni di euro. L’altro raggruppamento di imprese mantenne la sua quota di lavoro di  6,5 milioni di euro.

Per la guardia di Finanza la  soluzione ha portato a un danno per le finanze pubbliche dovuto alla crescita del 28,3% dei costi rispetto all’esito della gara d’appalto orginaria.

Per l’avvocato di Vanelli  Fulvio Gianaria: “Si è cercata una soluzione ragionevole che consentisse di porre fine alle liti  fra le imprese di fronte ai giudici amministrativi  e di realizzare i lavori in tempo per l’inaugurazione dell’evento alla presenza del Capo dello Stato. Nel merito, non ci sono stati danni per le finanze pubbliche:  la giunta Cota aveva richiesto modifiche alle mostre e quei lavori sono stati assegnati ai vincitori al Tar.

Quanto alla penale, in primo luogo avrebbe dovuto pagarla la commissione aggiudicatrice dell’appalto contestato e non Vanelli.  Secondo:   solo in caso di dolo o colpa grave sarebbe stata richiesta  a singoli soggetti.  Infine, Ed.Art si era resa disponbile a farsi carico dell’esborso dei 250 mila euro. Non vedo, quindi, quale abuso si possa contestare a Vanelli”.

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