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Alessandria

Il pm chiede 16 condanne per le infiltrazioni di ‘ndrangheta nel basso Piemonte

Redazione Quotidiano Piemontese

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La Procura di Torino ha chiesto 16 condanne nel processo, che si svolge con il rito abbreviato, per le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel basso Piemonte. I pm della procura di Torino che hanno coordinato l’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in provincia di Alessandria e Cuneo, denominata Albachiara hanno chiesto pene comprese tra i 5 anni e 4 mesi e i 9 anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa. Tra gli imputati c’é anche Giuseppe Caridi un ex consigliere comunale di Alessandria del Pdl, per il quale l’accusa ha chiesto una condanna a sei anni e otto mesi.  Nel complesso, la Procura ha proposto 16 condanne. La pena più severa, 9 anni di carcere, è stata chiesta per Antonio Maiolo di Sale (Al), considerato uno dei capi dell’organizzazione nel basso Piemonte, e Michele Gariuolo di Sommariva del Bosco (Cn). Dei 19 arrestati inizialmente, Rocco Zangrà, ritenuto “elemento di vertice”£ della locale, e’ stato giudicato in un altro procedimento mentre Francesco Librizzi, albese, ha scelto il rito ordinario e in questi giorni il gup deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio. Infine Francesco Guerrisi di Bosco Marengo, aveva patteggiato la pena per il reato di assistenza agli associati. La condanna a nove anni nel processo che avviene con rito abbreviato è stata chiesta per  Antonio Maiolo , di Sale (Alessandria), e  Michele Gariuolo, di Sommariva del Bosco (Cuneo). Per Bruno Pronestì, di Bosco Marengo (Alessandria), ritenuto dall’accusa il capo della locale del basso Piemonte, la richiesta è stata di otto anni di reclusione dato che si è dissociato dall’organizzazione durante il procedimento. Dei 19 arrestati l giugno 2011 , Rocco Zangrà. è processato in altro procedimento tuttora in corso; Francesco Librizzi, ha invece chiesto di essere processato con rito ordinario e nei prossimi giorni il gup deciderà l’eventuale rinvio a giudizio; Francesco Guerrisi di Bosco Marengo aveva invece patteggiato la pena per il reato di assistenza agli associati.

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