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Cronaca

Buffon e le presunte scommesse, Il Post mette insieme i pezzi

Redazione Quotidiano Piemontese

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La vicenda Buffon rimane al centro dell’attenzione su quotidiani e siti web. Il Post ha cercato di mettere insieme “tutto quello che si sa” sulla storia del portiere della Juventus e del presunto giro di scommesse (che coinvolgerebbe anche il difensore bianconero Leonardo Bonucci):

Il 30 maggio Buffon, 34 anni, aveva rilasciato una dichiarazione molto dura sulle modalità con cui vengono diffuse dichiarazioni contenute nei verbali e indiscrezioni sulle indagini che riguardano lo scandalo delle scommesse nel calcio. Il giorno doppo, il 31 maggio, i siti dei principali quotidiani italiani avevano rivelato il fatto che la Guardia di Finanza di Torino stesse facendo degli accertamenti su alcuni assegni che Buffon aveva versato al titolare di una ricevitoria di Parma, per un totale di circa 1 milione e 500 mila euro.

La “nota informativa”
Sulla questione si sono subito scatenate polemiche, ma restano ancora molti punti interrogativi. Il primo riguarda la provenienza e la natura del documento i cui dettagli sono stati rivelati dai giornali. Il documento in questione sarebbe una nota informativa del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Torino, risalente a prima del 2011 ma dalla data non precisata, in cui si parla di “un’anomala movimentazione caratterizzata dall’emissione nel periodo gennaio 2010 – settembre 2010 di n. 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra 50mila ed euro 200mila per un totale di 1.585.000 euro”, secondo quanto riportato da Repubblica.

Il destinatario
La seconda questione riguarda il destinatario degli assegni. Si tratta del signor Massimo Alfieri, che è il titolare di una tabaccheria e ricevitoria di Parma, in via Garibaldi, abilitata al trattamento delle scommesse sportive, anche calcistiche. Rispetto all’attività della ricevitoria di proprietà di Massimo Alfieri, l’Ufficio scommesse dei Monopoli di Stato ha dichiarato ieri in una nota che “non si hanno informative circa comportamenti scorretti da parte del bookmaker e del titolare del punto vendita, ivi compresi quelli relativi all’antiriciclaggio, che obbliga il gestore al riconoscimento del giocatore che scommetta o incassi vincite per cifre superiori a mille euro”.

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