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Ambiente

Salvata una specie animale, tipica dell’Italia del Nord, a rischio estinzione

Redazione Quotidiano Piemontese

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A rischio estinzione una delle specie animali endemiche dell’Italia, in particolare del Nord. Si tratta di un rospo, ma non uno qualunque, bensì un particolare anfibio di colore giallo brillante a macchie nere che vive soprattutto in Piemonte e che, fino a qualche anno fa, ha rischiato di scomparire.

Le cause sono imputabili a inquinamento ambientale, impatto dell’uomo sulla natura, agricoltura intensiva, soprattutto quella degli asparagi nella zona di Santena, alimentazione d’elite visto che la carne del pelobate pare sia prelibata, e predatori naturali che hanno fatto strage, a lungo, del povero pelobate.Ora, però il pelobate ha una speranza di sopravvivenza grazie al progetto dell’associazione onlus “Cascina Bellezza” di Poirino, nel torinese, che in collaborazione con il Wwf, studiosi, naturalisti, volontari ed erpetologi ha realizzatoo una sorta di nursery per girini pelobati spingendo gli adulti della specie, nel periodo riproduttivo, primavera-estate, all’interno di ampie vasche recintate negli stagni dove si possono riprodurre indisturbati da altri grandi predatori, sopratutto pesci gatto, gamberi e rane toro.

In questo ambiente protetto nascono i girini che, una volta maturi, vengono liberati e osservati per tutta la durata della loro vita. Nel giro di pochi anni da poche decine di pelobati in tutta la regione e nel resto del Nord Italia, si è arrivati a contarne 1.500-2000 quest’anno e i volontari li stanno liberando, proprio in questi giorni, in vari stagni piemontesi, in particolare in un sic, sito di importanza comunitaria, di 1800 mq, tra i comuni, alle porte di Torino, di Santena, Poirino e Villastellone.

L’estinzione di una specie provoca notevoli danni di squilibrio all’ambiente – racconta Costanzo Ruella, uno dei coordinatori del progetto – abbiamo temuto di perdere un animale tipicamente italiano, ma almeno per ora il pericolo è scongiurato, grazie “all’asilo materno” per girini. Nell’area di 1800 metri, che verrà sviluppata ulteriormente, cercheremo di coinvolgere le popolazioni locali nell’osservazione degli anfibi, nella loro tutela, educando le persone al rispetto degli animali.

Cosa non sempre facile, anche perché le abitudini sono dure a morire. Quando i pescatori pescano nei vari stagni, ad esempio la tinca, tirano su, oltre ai pesci, anche altre specie tra cui i girini del pelobate. I vecchi ogni tanto mi raccontano che, una volta, soprattutto nell’astigiano, questi girini venivano mangiati proprio dai pescatori che li trovavano saporiti”.

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