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Cultura

Il diario di Sintra, esce in Italia il libro che in Gran Bretagna nessuno vuole pubblicare

Davide Mazzocco

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Se ne parla da sessant’anni ma Il diario di Sintra redatto dagli scrittori Wystan Hugh Auden, Stephen Spender e Christopher Isherwood esce in libreria solamente ora. Ed esce in Italia per i tipi di Barbès Editore, nella traduzione di Luca Scarlini e con la curatela di Matthew Spender, scultore e scrittore residente a Gaiole in Chianti e la cui villa è stata set del film Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci. L’edizione italiana di questo diario collettivo che abbraccia nove mesi di vita lusitana (dal dicembre 1935 all’agosto 1936) è integrata da documenti epistolari da brevi biografie dei protagonisti e da un‘introduzione dello stesso Matthew Spender.

In fuga dall’Inghilterra omofoba (in cui il reato di omosessualità sarà abolito solamente nel 1967) Spender e Isherwood, con i rispettivi compagni Tony Hyndman e Heinz Neddermayer, trovano nell’antica capitale portoghese uno spazio ideale in cui proteggere le proprie scelte di vita. Nel Portogallo legato da un’alleanza millenaria all’Inghilterra,  questo diario a sei mani scoperchia al lettore la vita dei tre scrittori a contatto con il calore e i profumi del mondo lusitano raggiunto dagli echi della guerra civile spagnola e di quanto avveniva a Berlino dove Hitler preparava il terreno per il secondo conflitto mondiale. Con un ritmo e una prosa effervescente i tre scrittori descrivono le relazioni con la comunità anglofona e con le donne di servizio. Un “io diviso” quello del Diario che Matthew Spender, figlio di Stephen, ha dovuto ricomporre.

Il libro, presentato sabato al Salone del Libro, è un vero e proprio caso editoriale. Nonostante i protagonisti siano due dei più importanti scrittori del Novecento inglese come Wystan Hugh Auden e Christopher Isherwood  nessuno in Gran Bretagna si è dimostrato disponibile alla pubblicazione. La toscana Barbès Editore non si è fatta sfuggire l’occasione e ha pubblicato il libro in anteprima mondiale. Nei prossimi mesi il libro uscirà in Svezia, Francia e Spagna, forse in Germania. Dovrebbe partire  a breve una trattativa per pubblicarlo negli Stati Uniti. In Inghilterra, invece, nessuno sembra interessato a scavare in questo diario vecchio di quasi ottant’anni. Rimozione editoriale o strategia di mercato, per il pubblico anglofono non resta che attendere l’edizione americana. E dire che siamo nel 2012.

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