Cittadini
Presentata la Verbania Card:sconti per le famiglie e fondi per il sociale
Dopo più di un anno di lavoro della giunta è stata presentata Palazzo di Città martedì 17 aprile la Verbania card. Si tratta di una carta di credito di Veneto Banca, partner del comune di Verbania, che sarà disponibile a partire dalla metà di giugno. Marco Tamini, funzionario di Veneto Banca spiega: “È una carta di credito ricaricabile alla quale è associato un Iban e che vale quindi come conto corrente “portatile”. Si possono effettuare acquisti in Italia e all’estero nel circuito Master Card, ma anche prelevare al bancomat. Verrà attivata gratuitamente a tutti i verbanesi che ne faranno richiesta e offrirà sconti nei negozi aderenti e permetterà di finanziare le politiche sociali”.
Il finanziamento alle politiche sociali del comune – ha chiarito – avverrà con una quota fissa annua e una variabile, legato ai movimenti della Verbania Card e prelevato in percentuale sulla quota di commissione. Da maggio tutti gli esercizi commerciali verbanesi potranno aderire comunicando al comune la loro scontistica legata alla carta e successivamente ogni famiglia verbanese riceverà comunicazione e potrà scegliere se ricevere o meno la carta di credito. Il sindaco Marco Zacchera ha espresso la volontà di estendere l’utilizzo della Verbania Card –. Stiamo studiando altre soluzioni affinché questa card sia strumento ancor più efficace nell’incentivazione al piccolo commercio e pensiamo di poter, in futuro, usarla anche per accreditare contributi o finanziamenti come il bonus universitario, il bonus bebé…».
Il logo e la grafica della Verbania Card sono stati realizzati dagli studenti della classe quarta del corso di grafica dell’istituto superiore Ferrini-Franzosini coordinati dalla professoressa Maria Chiara Tomasi. A proposito degli ascelta finale tra le varie proposte, l’assessore all’Istruzione Lidia Carazzoni ha commentato: “Abbiamo optato per una grafica che richiamasse la famiglia”. Ora resta da vedere se questa proposta sarà realmente di aiuto alle famiglie, magari per risparmiare sull’acquisto dei beni di primaria necessità e se effettivamente gli introiti porteranno ad un potenziamento delle politiche sociali locali.
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