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Sulle morti bianche il Governo chiede un maggior impegno del Piemonte

Davide Mazzocco

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Diciassette incidenti mortali nei primi tre mesi del 2012, 49 nel 2011, 58 nel 2010, 47 nel 2009. Sono queste le cifre delle morti bianche in Piemonte, dati numerici che rimangono sostanzialmente stabili nonostante una grave crisi occupazionale. Cifre impietose che quest’oggi sono state commentate da Oreste Tofani, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, durante una conferenza stampa programmata da tempo ma che – alla luce di quanto accaduto la scorsa settimana alla ditta La.Fu.Met di Villastellone e al Termovalorizzatore del Gerbido – ha, purtroppo, assunto una connotazione di strettissima attualità.

“Gli infortuni e le morti sul lavoro sono un fenomeno drammaticamente vivo e presente – ha ricordato Tofani – I dati degli ultimi cinque anni sono in sostanziale decremento ma risulta molto complesso avere percentuali credibili di incidentalità visto che le persone che beneficiano della cassa integrazione sono comunque considerate attive”. Sul ruolo del Coordinamento regionale creato nel 2008 con “compiti di programmazione e di indirizzo delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, il presidente Tofani non ha usato parafrasi: “Il Coordinamento piemontese deve lavorare di più, su temi più precisi e su emergenze che riguardano salute e sicurezza. Come? Armonizzando e coordinando il lavoro degli enti deputati alle ispezioni in materia di sicurezza: Asl, Inail, Ministero del Lavoro, Vigili del Fuoco, Ispesl”. L’onorevole ha posto l’accento sulla ripetitività degli eventi: “Al Termovalorizzatore di Gerbido abbiamo assistito a un evento-fotocopia e anche l’incendio della La.Fu.Met aveva avuto dei precedenti: si tratta di segnali sui quali interrogarsi seriamente. Il Coordinamento regionale deve riunirsi più celermente e identificare le proprie mission. Ogni anno, inoltre, è prevista una relazione ai Ministeri del Lavoro e della Sanità con la quale il governo è chiamato a dialogare con i vari coordinamenti regionali ma anche in questo senso abbiamo avuto pochi feedback. Le esperienze pregresse, invece, sono importantissime perché consentono di mettere in atto le strategie affinché non si verifichino nuovi incidenti”.

Tofani ha sottolineato a più riprese il lavoro della Procura di Torino e del sostituto procuratore Raffaele Guariniello: “Abbiamo avuto un’audizione a Roma nella quale abbiamo dibattuto l’ipotesi della creazione di una Procura nazionale specializzata nella sicurezza sul lavoro. Una cosa certa: con il suo lavoro Guariniello ha aperto un importante dibattito sulla professionalità dei magistrati specializzati in materia di infortunistica del lavoro”. Uno dei settori maggiormente bersagliati dagli incidenti sul lavoro è l’edilizia. I cantieri soffrono, più di altri settori, a causa del fenomeno dei subappalti orizzontali e verticali con passaggi delicatissimi nei quali squadre di ditte diverse interagiscono nella stessa opera senza essere al corrente delle fasi lavorative dell’altra équipe: “Anche nei cantieri navali si arriva ad avere al lavoro sino a 100 diverse squadre di nazionalità diversa con tutti i problemi che ne conseguono” ha aggiunto il presidente della commissione parlamentare.

Nei cantieri, pur di vincere gli appalti, si taglia sui costi: quelli del lavoro regolare e quelli della sicurezza sono i primi a venire spuntati dalle ditte senza scrupoli che riescono a ridurre sino al 70% i preventivi. A pagare queste speculazioni, con la vita, sono gli operai come Cosimo Di Muro e Antonio Carpini. Insomma il coordinamento regionale per la sicurezza sul lavoro c’è ma non si vede: “La riunione trimestrale prevista dal decreto non è stata rispettata. Noi qui non vogliamo essere una presenza antitetica ma propositiva” ha ribadito Tofani che ha invece speso ulteriori parole di soddisfazione per i riconoscimenti ottenuti in campo scientifico dall’Osservatorio sulle malattie professionali fortemente voluto da Guariniello. “Se nella stessa Germania che è uno stato federale la prevenzione e il controllo della sicurezza sono argomenti appannaggio del governo centrale forse è il momento che anche l’Italia si ponga il problema di una competenza di tipo nazionale su questa materia”. In soldoni: o in Piemonte (e nelle altre regioni naturalmente) ci si rimbocca le maniche e si tutela la sicurezza dei lavoratori oppure la palla passerà a Roma.

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