Alessandria
Fiat condannata: “Attività antisindacale alla Magneti Marelli di Bologna”
Fiom-Fiat 1-0. Il tribunale di Bologna ha infatti condannato il Lingotto per attività antisindacale alla Magneti Marelli di Bologna riconoscendo alla Fiom il diritto di avere rappresentanti sindacali. E’ la prima sentenza di alcune decine di cause presentate dalle tute blu della Cgil contro l’azienda guidata da Sergio Marchionne.
La sentenza, emessa dal Giudice del Lavoro, Carlo Sorgi, “dichiara l’antisindacalità del comportamento della società Magneti Marelli consistita nell’avere negato l’efficacia e legittimità delle nomine dei dirigenti della Rappresentanza sindacale aziendale Fiom e tutte le conseguenti prerogative sindacali derivanti da tali nomine e intima alla società convenuta di riconoscere i nominativi forniti da Fiom quali Rsa”.
L’oggetto del ricorso verteva sull’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori: secondo la Fiom la Fiat l’avrebbe interpretato per escluderli. A dare notizia del pronunciamento è stato Bruno Papignani, il segretario della Fiom di Bologna: “Il giudice ha riconosciuto il nostro diritto all’agibilità sindacale nelle aziende del gruppo, speriamo che adesso la Fiat si comporti seguendo le regole della Costituzione e che Cisl e Uil accettino di rivedere le loro liste per le elezioni”. Soddisfatto anche il responsabile auto della Fiom, il torinese Giorgio Airaudo: “Il Tribunale di Bologna ha restituito ai lavoratori il diritto costituzionale a scegliere liberamente i propri rappresentanti sindacali ed il proprio sindacato. Con serenità aspettiamo le altre cause in corso in tutti i tribunali in cui ha una sede il gruppo, vogliamo rientrare in fabbrica con il diritto dei lavoratori”. Rincara la dose il segretario Maurizio Landini (nella foto): “Adesso la Fiat applichi in tutti i suoi stabilimenti lo Statuto dei lavoratori, le leggi e i principi costituzionali; il Parlamento si esprima; il governo convochi un incontro tra l’azienda e le organizzazioni sindacali”.
La Fiat in una nota si dichiara “sorpresa e stupefatta della decisione del tribunale del lavoro di Bologna nella causa intentata dalla Fiom contro la Magneti Marelli. Il decreto del Giudice è infatti contraddittorio nelle motivazioni perché da un lato accoglie il ricorso e, dall’altro, manifesta dubbi di costituzionalità sull’art. 19 dello statuto dei lavoratori. L’articolo 19, più volte confermato nella sua legittimità dalla Corte Costituzionale, prevede che si possano costituire rappresentanze sindacali aziendali solo nell’ambito dei sindacati firmatari dei contratti applicati in azienda. La Fiom non ha sottoscritto il contratto alla Magneti Marelli per cui la mancata attribuzione dei diritti sindacali non deriva da una scelta aziendale, bensì da una inequivocabile volontà legislativa espressa in modo assolutamente chiaro nel testo dell’articolo 19 dello statuto dei lavoratori. Vale la pena ricordare che il tribunale di Torino ha riconosciuto legittimo il contratto collettivo sottoscritto da tutte le altre organizzazioni sindacali e applicato alla Magneti Marelli. La Società farà immediatamente opposizione”.
IN DIFESA DELL’ART.18. Proseguono nel frattempo in Piemonte gli scioperi nelle aziende metalmeccaniche in difesa dell’articolo 18. Due ore di sciopero sono state proclamate mercoledì in diverse aziende dell’alessandrino. Le imprese più significative coinvolte dall’agitazione, rende noto la Fiom, sono state la Kme con un’adesione del90%, Schiavetti 80%, Imet 50%, Marcegaglia 90% dove lo sciopero è stato unitario Fim, Fiom e Uilm. A Torino, invece, si sono fermate la Selex Galileo che occupa circa 300 dipendenti, e la Kuehne Nagel, con circa 450 addetti con l’uscita dei lavoratori ai cancelli.
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