Economia
Sciopero delle bisarche, la Fiat denuncia “episodi di violenza”. A Torino cortei in difesa dell’art.18
In questi giorni, nell’ambito della protesta delle bisarche, si stanno verificando ”numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce e aggressioni ad autisti che non aderiscono alla mobilitazione”. Lo afferma la Fiat in una nota. Lo sciopero, che dura da oltre un mese e coinvolge gli autotrasportatori che utilizzano mezzi pesanti per il trasporto di autovetture, sta provocando danni particolarmente gravi per il Lingotto, “che è stato costretto a fermare più volte l’attività in alcuni stabilimenti, con rilevanti perdite economiche per l’azienda e per i lavoratori”. Cassino sarà infatti chiuso 27, 28 e 29 marzo, Pomigliano il 26 e 27.
L’azienda ha spiegato che ”le quote di mercato saranno evidentemente influenzate in modo negativo” dallo sciopero delle bisarche e che ”il danno economico provocato dall’agitazione sta diventando insostenibile per il settore automotive italiano, già fortemente toccato dall’andamento del mercato”. Secondo l’azienda ”ad oggi non si vedono segnali che possano far pensare alla fine dell’agitazione e anzi la situazione sembrerebbe in peggioramento”.
LE PAROLE DI ARDUINI (UNIONMECCANICA). “L’agitazione sta creando notevoli problemi anche al sistema delle pmi che ruota attorno al comparto dell’automotive”. Così Piero Arduini, presidente di Unionmeccanica Confapi (40mila imprese attive in tutta Italia che occupano 450mila addetti): “E’ chiaro che anche il comparto dell’autotrasporto con bisarche vive una situazione difficile, ma è necessario, vista la difficile congiuntura e la delicatezza del momento che sta attraversando l’economia, che tutte le parti in causa assumano un atteggiamento di grande responsabilità ”. “Non è con il muro contro muro che si possono risolvere i problemi che dobbiamo affrontare e tanto meno quelli legati alla metalmeccanica e all’automotive in particolare. Non dimentichiamo, poi, che questa situazione accrescerà certamente l’uso della cassa integrazione anche nelle pmi del settore”.
GLI SCIOPERI IN DIFESA DELL’ART.18. Non bastassero le bisarche, continuano gli scioperi nelle fabbriche metalmeccaniche piemontesi in difesa dell’articolo 18. Oltre all’Alenia di corso Marche e all’Avio di Rivalta, venerdì a Torino si sono fermate Altec, Sofiter Syster Enginering, Sipal, Microtecnica, Pininfarina di Cambiano (con presidio davanti ai cancelli dell’azienda), Itca, Eaton Bosconero, Hot Roll, Romi di Pont, a Vercelli la Magnola Santhia, a Cuneo Alstom, Falci, Merlo, Bitron, Malhe, Caroni, nel Vco la Lagostina.
Sciopero con corteo anche alla Graziano, azienda metalmeccanica torinese dove i lavoratori sono usciti dallo stabilimento e in corteo hanno percorso corso Francia. L’agitazione, di 4 ore, è stata promossa unitariamente dai delegati di Fiom-Fiom-Uilm nell’ambito delle iniziative a difesa dell’articolo 18. “E’ sempre piu’ chiaro che i provvedimenti del governo in materia di lavoro, e in particolare la manomissione dell’articolo 18, non fanno che aumentare la tensione sociale – ha detto Vittorio De Martino della Fiom – il governo affronta la crisi punendo e mortificando i lavoratori quando sarebbe necessario creare le condizioni per il rilancio industriale e occupazionale del Paese, in un momento in cui la disoccupazione continua a mordere”.
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