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Anche gli asili sono un bene comune, per difenderli nasce il Comitato Zero-Sei

Davide Mazzocco

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Chi pensava che la difesa dei beni comuni si fosse esaurita con le percentuali bulgare dei referendum dello scorso giugno si sbagliava di grosso. Anzi, i fronti aperti sembrano moltiplicarsi mese dopo mese e i cittadini hanno imparato che vigilare non basta e aspettare il voto nemmeno. Bisogna rimboccarsi le maniche, scendere in piazza e usare gli strumenti che la nostra democrazia – e il web – ci danno per cercare di cambiare le cose. Sabato 10 marzo all’Anatra Zoppa di Torino è nato il Comitato Zero-Sei.Com laddove il dotcom non sta per commerciale ma per comune. A essere bene comune è la scuola dell’infanzia, sempre più insidiata dai tagli che mettono continuamente in discussione il destino dei 330 precari operanti in Piemonte fra educatori e assistenti educativi.  Accanto ai lavoratori precari dei Servizi all’Infanzia si sono schierati anche i nonni. La parte “tecnica” e statutaria è stata curata dai giuristi Ugo Mattei e Dario Casalini.

Ciò che il comitato vuole scongiurare è l’esternalizzazione del servizio alle cooperative che aprirebbe, di fatto, le porte a una privatizzazione delle scuole dell’infanzia pubbliche. Il Comitato ha come scopo primario la tutela della qualità e dell’eccellenza dei Servizi all’Infanzia della città, raggiunte negli anni anche grazie al lavoro precario. Questo obiettivo è conseguibile solo attraverso il governo pubblico del servizio nidi e scuole dell’infanzia a rischio di dismissione-esternalizzazione per le difficoltà economiche in cui versa la città. Fra i punti cruciali dello Statuto vi è “la rivendicazione del diritto di tutte le lavoratrici e lavoratori precari – si legge al punto 4b dello Statuto – di essere assunti grazie a pubblici concorsi che riconoscano in maniera adeguata lo stato di servizio acquisito negli anni precedenti o grazie a stabilizzazione, a partire dal 2013 quando il Comune di Torino rientrerà nel patto di stabilità”. Passata  la bufera, dunque, non si usi la crisi come alibi per privatizzare ciò che è un bene comune ma si assuma chi da anni lavora senza garanzie di continuità facendo del proprio meglio per creare le future generazioni.

La richiesta al sindaco Piero Fassino, all’assessore dei servizi educativi Mariagrazia Pellerino e a tutta l’amministrazione comunale è quella di investire nei Servizi all’infanzia e di rifiutare qualsiasi ipotesi di esternalizzazione. Fatto il primo passo, ora si aspetta la risposta delle istituzioni. Intanto il Comitato non starà ad aspettare: l’idea, da quanto si legge nello statuto, è quella di diventare una Fondazione in modo da poter autogestire spazi riconosciuti come beni comuni nella città. E poi, gettare ponti e comunicare con le altre vertenze per i beni comuni necessari con un’azione che possa favorire la percezione dell’educazione come bene comune.

Per chi volesse tenersi informato: www.zero-sei.com

 


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