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Cronaca

Daniele Gaglianone, il regista che presidia il confine

Davide Mazzocco

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In una rassegna dedicata alle periferie non poteva mancare Daniele Gaglianone, regista omaggiato dalla retrospettiva del Piemonte Movie gLocal Film Festival che è iniziato ieri sera a Torino, alla presenza dell’assessore Maurizio Braccialarghe che ha ricordato l’importanza di un festival nato a Moncalieri e cresciuto a Torino, capace, dunque, di valorizzare il cinema in tutto il territorio e non solo nei grandi centri. Quando tutti si attendevano l’inizio del dibattito Alessandro Gaido ha invitato sul palco Turi Vaccaro – sì, proprio lui, l’uomo che domenica era salito sullo stesso traliccio di Luca Abbà – per leggere una poesia. Turi ha dichiarato pubblicamente di voler partecipare a uno spettacolo a Bussoleno il prossimo 9 marzo: essendo la zona interdetta l’attivista ha ammesso di volersi consegnare alla polizia. Per un attimo è sembrato di rivedere i vecchi Torino Film Festival quando i direttori davano spazio alle rivendicazioni dei lavoratori.

Poi, dicevamo, è arrivato Gaglianone che è stato introdotto da Franco Prono, curatore del saggio Nella solitudine dello sguardo edito da Bonanno. “Più che un cinema di periferia – ha detto il regista stimolato sul fil rouge della manifestazione -, il mio è un cinema di confine. Nemmeno il destino parla di due ragazzi sul limite che separa l’adolescenza dall’età adulta, I nostri anni di un’altra zona di confine della vita dove due vecchi trovano la forza per un ultimo colpo di coda, poi c’è Rata nece biti dove i confini sono quelli che spezzano letteralmente in due le persone”. La scelta di raccontare storie di confine nasce, anche, da un dato autobiografico: “Sono nato fra Collegno e Grugliasco. Sono zone di soglia destinate a sparire nelle quali mi sento a casa e provo una forte empatia. Non è una cosa programmatica ma naturale”. Gaglianone ha ricordato l’apprendistato all’Archivio della Resistenza con Paolo Gobetti e ha detto di sentirsi spesso più vicino al cinema fatto dall’altra parte del mondo piuttosto che a quello dei suoi colleghi italiani: “Io non penso mai al pubblico e ho diffidenza per chi, tirando fuori qualche equazione sa dirti che cos’è il pubblico. Però penso allo spettatore come unità percettiva e lo faccio dalla fase di scrittura sino al montaggio”.

La retrospettiva dedicata a Gaglianone sarà ospitata al cinema Massimo Tre. Per info sulla programmazione: www.piemontemovie.com

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