Ambiente
Virus di Schmallenberg: dall’Asl di Asti le prime raccomandazioni
A rischio gli allevamenti piemontesi ovini e caprini? L’Asl astigiana raccomanda a tutti gli allevatori, di ovini e caprini, un monitoraggio scrupoloso, oltre le dovute necessità, sulle nuove nascite degli animali. L’allarme arriva dopo che, di recente, a Treviso è stato registrato il primo caso di un capretto colpito dal virus di Schmallenberg. La malattia ha fatto la sua comparsa lo scorso anno in Germania nella città da cui prende il nome ed è di difficile diagnosi. Con l’arrivo della primavera potrebbe diffondersi.“I principali sintomi ed effetti negativi nei soggetti colpiti – spiega Gianstefano Filippone, direttore dell’Area di Sanità Animale del Servizio Veterinario di Asti – sono febbre, diarrea e calo della produzione lattea. Se l’infezione si verifica in capi durante una fase breve e vulnerabile della gravidanza si possono avere gravi anomalie nei nuovi nati”.
Il virus di Schmallenberg, che si può diffondere tra ruminanti attraverso la puntura di vettori alati (culicoidi) come le zanzare, non ha effetti sulla salute umana. Le carni possono essere dunque acquistate senza preoccupazione dai consumatori.
Il caso di Treviso è emerso con la morte di una capra il cui feto, non partorito, presentava evidenti anomalie scheletriche (scoliosi, artrogrifosi e anchilosi) agli arti.
“Fino ad oggi – conclude Filippone – il virus di Schmallenberg è stato riscontrato in Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. In considerazione dell’evoluzione sfavorevole della situazione epidemiologica, che mostra la penetrazione del virus anche nell’Italia settentrionale e anche in allevamenti di piccolissime dimensioni, raccomandiamo a tutti gli allevatori di ovini e caprini di prestare la massima attenzione al verificarsi di aborti o nascite di agnelli e capretti malformati o poco vitali, segnalando tempestivamente al Veterinario Asl del territorio questi eventi”.
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