Cronaca
Sabato la manifestazione No Tav. ProNatura Piemonte: “L’accordo ci costerà 2 miliardi”
L‘accordo italo-francese dello scorso 30 gennaio sulla Tav rischia di provocare un danno erariale per l’Italia, la quale potrebbe ritrovarsi a dover pagare almeno due miliardi per un tratta di 33 km della linea ferroviaria interamente realizzati in Francia. Lo afferma un esposto che Pro Natura Piemonte ha presentato venerdì mattina alla delegazione della Corte dei Conti di Torino. Il documento è firmato da Mario Cavagna Bontosi, presidente dell’associazione ambientalista, e da Alberto Veggio, consigliere comunale a Condove.
Critiche anche dal Wwf: “La nuova linea ad alta velocità Torino-Lione non è una priorità per il rilancio dei trasporti ferroviari tra l’Italia e il resto d’Europa. Prima il governo ne prenderà atto e meglio sarà per l’economia nazionale, in modo da riorientare gli investimenti previsti verso altri interventi più urgenti ed efficaci per la ripresa economica e la tutela ambientale del Paese. La rinuncia a questa linea, inoltre, in nessun modo nuoce alle relazioni economiche tra Italia e resto d’Europa, visto che su tale direttrice viaggia una quantità irrisoria di merci e passeggeri, in continua diminuzione da anni. Negli ultimi dieci anni abbiamo visto i diversi governi fare e disfare ben tre diversi progetti, nell’ambito di procedure di valutazione di impatto ambientale volutamente frazionate per mascherare il peso insostenibile su un territorio già saturo di infrastrutture e centri abitati, che non hanno tenuto in alcun conto le osservazioni presentate dagli enti e dai comitati locali”.
LA MANIFESTAZIONE DI SABATO. Sabato 25 febbraop alle 13 è prevista una nuova marcia No Tav, 8 km in tutto, dalla stazione di Bussoleno al centro di Susa. “Una marcia pacifica – ha sottolineato durante la presentazione il presidente della Comunità Montana Sandro Plano – per rivendicare il diritto al dissenso di chi si oppone ad una grande opera inutile: il cantiere che non c’è, aperto con la forza e lo sperpero di denaro pubblico, serve solo a certificare il fallimento dell’Osservatorio di Virano. Va fermato, come il Ponte sullo Stretto e la candidatura di Roma alle Olimpiadi”.
Anche il contestato (dai No Tav, per i recenti arresti) procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli ha auspicato il buon esito della manifestazione, “con la speranza che non si innestino episodi di grave violenza come quelli che hanno portato all’inchiesta che ha suscitato tante polemiche”.
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