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Cronaca

Elezioni in Confindustria: arriva l’endorsement di Marchionne per Bombassei presidente

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Un po’ per dispetto, un po’ perchè proprio non riesce a farne a meno: Sergio Marchionne deve comunque far parlare di sè, costi quel che costi. E allora ecco a voi una nuova puntata della telenovela Confindustria-Fiat, a quattro mesi dall’uscita del gruppo torinese dall’associazione degli imprenditori. Stavolta l’oggetto del contendere sono le elezioni per la presidenza di viale dell’Astronomia, visto che il mandato di Emma Marcegaglia è in scadenza. Ebbene, la Fiat è fuori, ma l’ad italocanadese non ha nessuna intenzione di non influire nell’esito finale, addirittura consigliando e quasi “minacciando” un rientro in caso di vittoria del “suo” uomo. Ovvero Alberto Bombassei, presidente della Brembo e da poco entrato nel cda di Fiat Industrial.

“Il suo programma è certamente innovativo e votato al radicale cambiamento dell’ associazione – ha scritto Marchionne in una nota -, noi ci riconosciamo in questo processo di rinnovamento che se dovesse essere completato, porrebbe le basi per un rientro della Fiat in Confindustria, il cui modo di operare attuato fino a oggi non basta più”. L’ad Fiat sembrerebbe dimostrare, dunque, ancora attaccamento per la mamma degli industriali italiani: “La scelta del futuro presidente è quindi molto importante: Giorgio Squinzi (altro candidato, ndr) e Alberto Bombassei sono due persone per bene e due grandi industriali, su Squinzi non mi posso pronunciare perché non lo conosco personalmente, Bombassei invece lo conosco molto bene: è un imprenditore di assoluto valore che guida un’ azienda che da anni fornisce prodotti di eccellenza alla Fiat, alla Ferrari e da qualche tempo alla Chrysler; la Brembo è all’ avanguardia tecnologica e con una forte vocazione internazionale. Confindustria dovrà essere profondamente rinnovata per partecipare da protagonista alla modernizzazione del nostro Paese, in linea con le riforme che il governo Monti sta portando avanti”. Più chiaro di così.

Ovviamente non tutti i confindustriali hanno preso benissimo questo simpatico endorsement del manager del Lingotto: “Il dibattito è l’anima della democrazia, occorre però ricordare che il presidente di Confindustria sarà votato da chi è iscritto in Confindustria e non da chi è fuori”, ha sottolineato elegantemente il presidente della “Piccola industria”, Vincenzo Boccia. “Anche se quella dell’ad Fiat è una dichiarazione autorevole – ha proseguito – potrei dire che Marchionne ha perso l’occasione di poter votare il candidato a lui preferito, in un sistema democratico in cui il voto a maggioranza è accettato da coloro che lo esprimono in quanto si autoriconoscono appartenenti a una medesima comunità che sta decidendo su un interesse comune. Accettare queste regole è una questione di stile, di metodo, di identità e di rispetto della intera comunità”. Lo stesso rivale di Bombassei, in serata, ha commentato (più o meno velatamente) le parole di Marchionne: “Ritengo che Fiat – ha dichiarato Giorgio Squinzi – sia un pezzo importante del nostro sistema manifatturiero e sarebbe una buona cosa se fosse rappresentata in Confindustria: per il resto (l’endorsement dell’ad del Lingotto, ndr) non posso esprimermi, non conosco i dettagli”.

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