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Cronaca

Dopo le contestazioni a Caselli, la lecture di Perino a Palazzo Nuovo. Ghiglia (Pdl) si arrabbia

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Senza nemmeno voler scomodare la storia che si ripete etc etc, suonano buffe (più che aspre) le parole del deputato pidiellino Agostino Ghiglia sulla presenza questo pomeriggio del leader dei No Tav, Alberto Perino, a Palazzo Nuovo su invito di un collettivo di studenti: “Chiediamo al Rettore di non concedere alcuno spazio e il suo impegno a impedire, fin d’ora, il verificarsi di una situazione non solo illegale ma che comprometterebbe tra l’altro la sicurezza degli studenti dell’ateneo”. Quasi un democratico contraltare alla dura (e stupida) contestazione – da parte di alcuni militanti dei centri sociali genovesi – del procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli, invitato a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, per presentare il suo libro “Assalto alla giustizia”.

Già lunedì scorso un’altra presentazione era stata annullata a Milano per il rischio di disordini in piazza Duomo. Nel capoluogo ligure i manifestanti, dietro a un lungo striscione con scritto “Libertà per tutti i No Tav arrestati”, hanno cercato più volte – inutilmente – di avvicinarsi al municipio, presidiato da numerosi poliziotti. Caselli gli ha anche risposto: “Se uno si limita a protestare fa quello che la democrazia gli consente e quindi non c’è assolutamente nulla da dire, altra cosa è scrivere sui muri che chi fa il suo dovere è un torturatore e un boia: non è simpatico e non mi pare un granché democratico”.

A proposito di No Tav arrestati, il tribunale del riesame di Torino ha motivato la sentenza di respingimento di scarcerazione per i due attivisti fermati lo scorso 26 gennaio. Secondo i giudici, Luca C. di 38 anni e Giorgio R. di 50 anni avrebbero – testuali parole – “una spiccata propensione a trasgredire comandi normativamente imposti e le prescrizioni dell’autorità, con serio pericolo che i medesimi, ove sottoposti a regime coercitivo di minor rigore, violino gli obblighi e le prescrizioni ad esso inerenti e adottino iniziative di natura francamente sediziosa, della stessa natura di quelle che hanno presieduto alla perpetrazione delle condotte delittuose per cui si procede”. Per i due “il carcere è il minimo presidio idoneo a fronteggiare le consistenti e impellenti esigenze cautelari”.

Sabato alle 13 è intanto prevista una nuova marcia No Tav, 8 km in tutto, dalla stazione di Bussoleno al centro di Susa. “Una marcia pacifica – ha sottolineato durante la presentazione il presidente della Comunità Montana Sandro Plano –  per rivendicare il diritto al dissenso di chi si oppone ad una grande opera inutile: il cantiere che non c’è, aperto con la forza e lo sperpero di denaro pubblico, serve solo a certificare il fallimento dell’Osservatorio di Virano. Va fermato, come il Ponte sullo Stretto e la candidatura di Roma alle Olimpiadi”.

Da sottolineare sulla vicenda il solito simpatico comunicato del Partito democratico, che da un lato – con i senatori green Roberto Della Seta e Francesco Ferrante – aderisce all’appello promosso (tra gli altri) da Luca Mercalli per “rivedere” il progetto Tav; dall’altro – sempre per bocca dei due – definisce il movimento (in tutte le sue sfaccettature, immaginiamo) “appiattito su logiche antagonistiche e localiste inaccettabili e ancronistiche, che nulla hanno a che fare con i temi e le sfide della sostenibilità”.

IL COINVOLGIMENTO DEI PRIVATI. Project bond e altri strumenti finanziari sarebbero allo studio in un ddl di aggiornamento delle normative sulle grandi opere per consentire maggiori interventi dei privati nelle grandi infrastrutture come la Tav. Finora per la Torino-Lione si era ipotizzato di attirare capitali privati nel campo delle tecnologie, che rappresentano il 25% del costo complessivo della tratta.

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