Biella
Salvo il nuovo ospedale di Biella. Sarà “cardine” insieme a Vercelli
È una piccola marcia indietro, una delle tante nel tormentato percorso della riforma sanitaria targata Cota. Per i biellesi è un punto segnato nella lotta per difendere il prestigio del nuovo ospedale di frazione Alberetti. L’assessore regionale Paolo Monferino ha presentato alla commissione sanità la nuova proposta di classificazione degli ospedali piemontesi, che rimedia al pericolo di declassamento del futuro nosocomio laniero che solo una settimana fa aveva causato una sollevazione nel Biellese. Tutto è tornato a posto: Biella e Vercelli saranno ospedali cardine, Borgosesia sarà classificato nella fascia “territoriale”, la sola struttura “Hub” del quadrante sarà quella della capofila Novara.
Rientra dunque la preoccupazione dei giorni scorsi. Quando la giunta Cota propose una gerarchizzazione dall’evidente sapore politico: Vercelli in serie A con Novara in un polo gemellato, Biella retrocessa in serie B insieme a Borgosesia.
Nella classificazione introdotta dal piano sanitario in discussione a palazzo Lascaris i cosiddetti “Hub” sono quegli ospedali che ospitano reparti e specialità di alto livello e dove non possono mancare cardiochirurgia, neurochirurgia, trapianto di organi e cellule. Criterio base per essere considerati nella fascia “cardine” è invece la presenzia dei reparti di anestesia e rianimazione, oltre alle varie specialità tradizionali.
Ora per i biellesi si apre una nuova battaglia: “riempire” il nuovo ospedale con i reparti e il personale che mancano e acquisire dalla Regione le garanzie di finanziamento per i servizi. Quindi bandire i concorsi per la copertura dei 7 posti da primario e per quelli da direttore di struttura complessa rimasti vacanti e assicurare all’Asl le risorse per gestire il nuovo ospedale.
NEL CAPOLUOGO. A Torino, invece, infiammano le polemiche: l’Amedeo di Savoia, che avrebbe dovuto essere spostato a Orbassano, al San Luigi, è destinato a chiudere completamente per trasferire tutti i reparti all’Hôpital du Piemont di Settimo.Una decisione che ha scatenato le ire dell’opposizione: “L’Hôpital du Piemont – ha detto Nino Boeti del Pd – è la valvola di scarico del Giovanni Bosco, che lo utilizza per la lungodegenza dopo la fase acuta, uno dei problemi principali della nostra sanità. Destinarlo ad altre funzioni apre un altro problema”. Ironica Eleonora Artesio (Fds): “Siamo stati abituati in questi quasi due anni di governo Cota a tre versioni di piano socio-sanitario e a mutevoli tabelle di classificazione degli ospedali”.
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