Economia
Indagine di Unioncamere e Confindustria: l’economia piemontese non cresce più
Dati negativi e clima di sfiducia: il nuovo rapporto sulle imprese piemontesi presentato a Torino da Unioncamere e Confindustria è lo specchio delle difficoltà nelle quali si dibatte l’intera economia italiana. “Dopo sette trimestri consecutivi di crescita, il livello della produzione industriale piemontese è tornato nuovamente sul terreno negativo”, ha sottolineato infatti il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello.
Gli ha fatto eco Mariella Enoc, leader degli industriali piemontesi: “La nuova fase recessiva verso cui si è avviata l’economia italiana e l’indebolimento della domanda pongono alle nostre imprese nuovi problemi e difficoltà, per questo sono necessarie riforme di snellimento, sburocratizzazione e liberalizzazione atte a rafforzare il clima di fiducia e a rilanciare la crescita”.
I dati presentati fanno parte di due indagini incrociate: periodo ottobre-dicembre 2011 e trimestre gennaio-marzo 2012. La provincia di Asti è quella che ha fatto registrare la perfomance migliore, con un aumento tendenziale della produzione industriale pari al 2,1%, seguita da Alessandria e Torino, entrambe con variazioni del +0,9%. È debolmente positiva, ma in miglioramento rispetto al trimestre precedente, la perfomance del comparto manifatturiero della provincia di Vercelli (+0,3%), mentre risultano negative le variazioni tendenziali della produzione industriale registrate per gli altri territori: le flessioni sono pari all’?1,9% per Biella e Cuneo e al 3,5% per Novara e il Verbano Cusio Ossola.
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