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Biella

Le palafitte di Viverone patrimonio Unesco

Redazione Quotidiano Piemontese

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Viverone e le sue palafitte nel patrimonio dell’umanità Unesco. Ci sta provando la Provincia, che ha appena firmato un protocollo d’intesa internazionale con il ministero dei beni culturali per candidarsi in compagnia di altri villaggi in 5 diversi Paesi: Svizzera, Austria, Francia, Germania e Slovenia, oltre a diverse località italiane.

Per i biellesi è un modo di riscoprire un pezzo di storia ma soprattutto di provare a rilanciare il turismo. Tanto ci credono, in Provincia, da avere convinto Soprintendenza e Mibac a sostenere la candidatura. Entrando in una rete di 111 villaggi, ubicati sulle sponde di laghi o fiumi, che spiccano come i più interessanti e meritevoli in un elenco di oltre mille siti le cui vestigia risalgono al periodo fra il 5000 e il 500 Avanti Cristo.

Con la candidatura, la Provincia tenta di aumentare l’attrattività del territorio per dare una visibilità mondiale al Biellese richiamando i turisti. Allo studio, alcune misure di promozione da realizzare in loco per mettersi in vetrina in attesa del pronunciamento Unesco. Mini-eventi come laboratori didattici in collaborazione con il museo del territorio locale, spettacoli teatrali, un plastico che rappresenta il sito e una nuova catellonistica che ne racconta la storia.

E poi iniziative di respiro più ampio: a marzo Viverone ospiterà una tappa del convegno itinerante «Eurolab», che promuove i gemellaggi fra località dell’Ue, mentre in via Sella lavorano alla costruzione di un itinerario turistico che collega Viverone alla Svizzera partendo dalle sponde del lago morenico e battendo la via Francigena che passa lì accanto.

E in autunno, il Comune del basso Biellese ospiterà un seminario internazionale promosso dalla Soprintendenza per ascoltare la storia del sito dall’équipe di archeologi che lo riportò alla luce.

Oggi il villaggio palafitticolo di Viverone è un’area cosiddetta Sic (sito di interesse comunitario), mentre per l’Unesco sarebbe il 47° sito inserito nella lista del Patrimonio dell’umanità. Le altre zone archeologiche italiane che ne fanno già parte sono 19 in 5 regioni: Lombardia, Veeto, Piemonte, Fruili Venezia iulia e Trenitno Alto Adige.

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